Matteo Loglio e Filippo Yacob
Matteo Loglio e Filippo Yacob

30 Under 30 Europa: tra gli imprenditori in classifica c’è anche l’italiano di Cubetto

Di
Redazione Millionaire
16 Gennaio 2017

Filippo Yacob, 29 anni, co-founder della startup Primo Toys, ha inventato un gioco che insegna la programmazione ai bambini.

La rivista americana Forbes pubblica la classifica dei 30 Under 30 più influenti d’Europa. E tra i Social Entrepreneurs, gli imprenditori che utilizzano “strumenti di business per salvare il mondo”, c’è anche l’italiano Filippo Yacob, 29 anni, co-founder della startup Primo Toys, che ha inventato Cubetto, un robot di legno che insegna la programmazione ai bambini.

«Lavoro monastico, fortuna e l’aiuto di molti hanno portato Primo Toys nella classifica», ha commentato Filippo sui social. «Quasi 4 anni con il desiderio fisso di costruire la migliore azienda di giocattoli al mondo, un grande gioco alla volta. Attribuirmi da solo il merito di questo piccolo risultato non sarebbe giusto. In questa lista non ci sono solo io, ma quello che ho il privilegio di rappresentare. Una missione comune condivisa con colleghi, clienti, investitori, la famiglia e gli amici… Premi, classifiche e spazi sui giornali non sono “risultati”. Ma ci ricordano che stiamo andando nella direzione giusta, che dobbiamo lavorare di più e meglio e andare avanti».

Ispirato dalla nascita del figlio, Yacob ha inventato Cubetto. E ha battuto ogni record su Kickstarter. La sua campagna ha raccolto più di 1,5 milioni di dollari: è la cifra maggiore realizzata sulla piattaforma nel settore educativo. Anche Randy Zuckerberg, sorella dell’inventore di Facebook, ha finanziato l’idea. Esibito al Moma di New York e presentato al Mit, Cubetto oggi è venduto in 92 Paesi del mondo.

Come è partito tutto?

«Vivo a Londra da quando ho 18 anni», ha raccontato Filippo a Millionaire. «In Inghilterra ho studiato per diventare avvocato e da autodidatta mi sono interessato al design. L’idea di un giocattolo che insegnasse la programmazione è nata quando ho saputo che sarei diventato padre. Volevo che mio figlio imparasse il coding, ma non c’era uno strumento che aiutasse i bambini ad avvicinarsi alla programmazione».

E poi cosa è successo?

«È arrivato in Inghilterra un amico, Matteo Loglio, che aveva lasciato Arduino per vivere a Londra. Insieme a lui abbiamo pensato a Cubetto, che è sostanzialmente composto da tre elementi, un robot di legno, una console e un set di blocchi colorati che ripropongono sequenze del codice. I bambini possono combinare i blocchi e muovere il robot. L’elemento innovativo è aver reso qualcosa di non tangibile, come il codice, in qualcosa di visivo».

Come l’avete realizzato?

«Con un prototipo rudimentale abbiamo lanciato la prima campagna su Kickstarter, raccogliendo 70mila euro. Grazie alla campagna, ci siamo resi conto che l’attenzione era alta, molte persone ci scrivevano e ci offrivano feedback sul prodotto. Allora abbiamo capito che poteva diventare qualcosa di importante».

Come sono arrivati i primi investimenti?

«La campagna ci ha dato molta visibilità. E sono arrivati i primi investimenti di venture come Ibis Capital e la vittoria ad alcune competizioni per startup del Governo britannico, in totale 500mila sterline. Allora abbiamo iniziato una produzione più importante, arrivavano ordini anche di 2mila pezzi e noi realizzavamo il prodotto ancora manualmente. Poi sono arrivati altri investimenti PCH International, 1 milione di dollari e poi altri investitori tra cui Randy Zuckerberg, la sorella di Mark. L’ultimo finanziamento è arrivato su Kickstarter, a marzo, 1,5 milioni di dollari con i quali siamo diventati l’invenzione tecnologica nel campo educativo più finanziata sulla piattaforma. Ma ciò che conta maggiormente è che abbiamo avuto preordini per 1,6 milioni di dollari».

Come è il business del coding?

«In futuro ci saranno 50 miliardi di piccoli dispositivi collegati alla Rete (sono le previsioni del settore dell’Internet delle cose). Insomma, saremo circondati da piccoli computer, sapere come funzionano significherà avere il controllo del mondo intorno a noi. Il coding toccherà ogni industria. La prima fase sarà la creazione di scuole, offline e online, e poi strumenti educativi come App e giocattoli».

Consigli a chi vuole investire tempo ed energie nel settore?

«La strada è lunga e verrà il momento in cui penserai di abbandonare. Se continui, nonostante la fatica e gli ostacoli, hai molte chance di riuscire. E il coding ti farà innamorare».

INFO: www.primotoys.com

 

L’intervista è tratta dall’articolo di Giancarlo Donadio “Il coding invade il mondo. E l’Italia è in prima linea” pubblicato su Millionaire di maggio 2016.

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