4 idee geniali che hanno rivoluzionato il marketing

Di
Redazione Millionaire
11 Ottobre 2012

Blog, Social network, Web 2.0, sono solo alcune delle novità con cui l’industria del marketing ha dovuto interfacciarsi nell’ultimo decennio.

Il Web 2.0 e le sue sterminate forme di interazione, con i social in testa, hanno rivoluzionato il lavoro del marketer, il quale oggi non può più limitarsi “semplicemente” a puntare sull’emozione del cliente ma deve convincerlo della bontà del suo prodotto o servizio.

Il marketer, infatti, ha dovuto fare ben presto sua la lezione del web, capendo che i vecchi metodi del marketing integrato non hanno più ragione di essere, e che per sopravvivere, oggi, bisogna sviluppare una capacità di adattamento fuori dal comune.

Per capire meglio la storia del marketing e le sue più recenti evoluzioni, la celebre software house americana, Hubspot, ha prodotto un ebook, nel quale vengono illustrate le cento idee che hanno modificato per sempre la storia del marketing.

Di queste ne abbiamo estrapolate quattro, le più dirompenti a nostro parere, che hanno costretto i marketers a fare più di un esame di coscienza e ad abbandonare vecchie abitudini,  non più utili nel mondo di oggi.

Vediamo quali sono le quattro idee che hanno rivoluzionato per sempre il mondo del marketing

1. Blogging

Blog è una parola che unisce due termini web e log, letteralmente rete e diario. Il termine si riferisce ad una serie di articoli che vengono postati in ordine cronologico allo scopo di generare commenti da parte degli utenti.

Usato come strumento di marketing,  il blog aumenta il traffico sul sito aziendale, le vendite, e la ricerca dei contatti utili (lead).

Inoltre, agevola il posizionamento del sito aziendale sui motori di ricerca. E cosa ancora più importante: permette all’azienda di affermarsi come opinion leader, rafforzando il legame di fiducia tra azienda e consumatore.

Lo sanno bene in America, dove un blog è parte delle strategie comunicative di circa il 40% delle società

2. Viralità

 Il marketing virale è l’evoluzione di quella che può essere definita come la forma più antica di promozione,: il passaparola.

Come spiega il nostro esperto Giuseppe Costanza: “Oggi Internet è una gigantesca rete di connessioni tra persone che scambiano consigli e opinioni tra loro. Se un messaggio è ritenuto interessante da un utente, questo lo condivide con la propria rete di contatti. Se i suoi contatti lo condividono a loro volta il messaggio raggiunge un numero esponenziale di utenti propagandosi velocissimo come un virus: da qui il termine virale”.

Esistono due forme di marketing virale: una nella quale il messaggio che viene diffuso è il prodotto.  L’altra in cui la comunicazione non ha una relazione immediata con il prodotto.

Per Seth Godin,  mago americano del marketing 2.0,  “la parte difficile non è diventare virale. La vera sfida è, invece,  far sì che gli elementi virali producano qualcosa di valore e non si presentino solo  come puro intrattenimento per il tuo capo o i tuoi clienti”.

 Per  approfondire leggi qui “Marketing virale: il passaparola 2.0”

3. Social Network

Con l’invenzione del World Wide Web nel 1990, Internet diventa un canale di comunicazione multi direzionale che supera le limitazioni fisiche e abbatte i costi per produrre e distribuire informazioni.

All’inizio del 2000, l’evoluzione del web vede gli utenti sempre più protagonisti:  contenuti sul web dai loro pc, smartphone e macchine fotografiche digitali finiscono sulla Rete.

Nasce il concetto di social network, destinato a cambiare per sempre il mondo del marketing. Il 2002 è l’anno di fondazione di Facebook, il social per antonomasia che oggi ha raggiunto il miliardo di utenti attivi.  A completare il quadro nasceranno in seguito LinkedIn (2003), Twitter (2006),  Pinterest (2010) e Google+ (2011).

Come scrive Jose Antonio Sanchez, specialista di comunicazione presso la Uberflip, la celebre Casa canadese di interactive marketing: “Con l’affermazione dei social, i marketers hanno capito di dover parlare e ascoltare i loro utenti, prima di vendergli un qualsiasi prodotto”. 

4. Crowdsourcing

La parola crowdsourcing è un neologismo coniato da Jeff Howe, giornalista di Wired, nell’articolo del 2006 “The Rise of Crowdsourcing”. Il termine unisce tre parole “crowd” (folla), source (fonte), out (esterno).

In breve, il crowdsourcing è  una pratica che consiste nell’ottenere idee, servizi, o altre forme di contributi, dalla collaborazione di un gruppo di persone che offrono un servizio esterno all’azienda.

L’idea alla base è la volontà da parte del promotore di raccogliere quella che è l’intelligenza collettiva. Per spiegare cos’è questo concetto ricorriamo alle parole del filosofo francese Levy, tra i  suoi teorizzatori, “Che cos’è l’intelligenza collettiva? In primo luogo bisogna riconoscere che l’intelligenza è distribuita dovunque c’è umanità, e che questa intelligenza, distribuita dappertutto, può essere valorizzata al massimo mediante le nuove tecniche, soprattutto mettendola in sinergia”.

Molte società hanno capito il potenziale del meccanismo del crowdsourcing, scegliendo di ingaggiare gli utenti per renderli partecipi delle proprie strategie di marketing. In questi casi, sono loro ad offrire soluzioni all’azienda, a mettere in rilievo i punti di forza e debolezza di un prodotto, fino a fornire spunti e suggerimenti per le campagne pubblicitarie.

Queste sono alcune delle idee che hanno contribuito a trasformare radicalmente il mondo del marketing nell’ultimo decennio. Ce ne sono altre che a vostro parere andrebbero aggiunte alla lista?

 

 Giancarlo Donadio

 

 

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