Antonio, dal “mattone” al sogno della Silicon Valley

Di
Marketing & Promotion
29 Gennaio 2016

50 anni, due aziende nel settore immobiliare e due startup, una a Napoli, l’altra in Silicon Valley. Sessanta tra dipendenti. e collaboratori. E pensare che Antonio Leone, imprenditore napoletano, inizia a vendere libri porta a porta dopo essersi iscritto a ingegneria e non aver mai completato gli studi: «Consiglio ai giovani che sognano di fare impresa, di partire come venditori. Insegna più di ogni altra esperienza a capire cosa vogliono i clienti e a intuire il mercato» racconta Antonio a Millionaire.

Diventa agente immobiliare e riesce in pochi anni ad aprire tre agenzie per poi creare un franchising, Top Service: «Ho deciso di fare il salto di qualità e diventare un investitore, compravo case, le ristrutturavo e poi le vendevo».

Poi sono arrivati anni bui per il settore: «Avevo la presunzione che le cose potessero andare bene per sempre. Ho sbagliato. È il rischio che corri quando ottiene dei successi, pensi che puoi produrre sempre denaro, quando a volte è meglio lasciare la partita. L’ho capito dopo: un’operazione non fatta è comunque un successo, almeno non hai buttato soldi».

Dalla crisi immobiliare, Antonio ne esce bene. Intanto, dopo Clamber Real Estate, crea Accord Soluzioni Debiti (un franchising per aiutare le persone a trovare soluzioni a procedure di esecuzioni immobiliare e pignoramenti, una ventina di agenzie in tutta Italia).

Mentre è sempre più forte in lui la curiosità verso il mondo delle startup. Da questa passione nasce CambioMerci, l’aiuta Francesca Scarpetta, la donna della sua vita, l’anima del progetto: «È un circuito di baratto che consente alle aziende che fanno parte di scambiare i loro beni senza l’impiego di denaro. L’idea parte nel 2001 dopo un primo cambio merci con il giornale“il Denaro” del valore di circa 200 milioni delle vecchie lire. Poi ho registrato l’idea, ispirato da un viaggio in Usa dove circa il 2% del Pil viene scambiato con il baratto». L’idea funziona: oggi sono 700 le aziende del circuito, una crescita del 30% l’anno, 15 dipendenti (età media 33 anni).

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Antonio Leone con Francesca Scarpetta

Tre aziende e tanto lavoro, persone da gestire. Ma Antonio ha un altro sogno e pensa che a 50 anni si arrivato il momento di realizzarlo: «Sono partito in Silicon Valley per trascorrere una settimana lì nell’ambito di un progetto della Camera di Commercio, due anni fa. Prima di partire ho iniziato a prendere dei contatti, a usare LinkedIn per trovare persone con cui parlare sul posto. Sono sempre stato un uomo di relazioni, prima che di business. Lì ho conosciuto tanta gente, come il console italiano a San Francisco, Mauro Battocchi, e altri personaggi di spicco dell’ecosistema startup in Silicon Valley».

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Con alcuni soci decide di investire allora in un nuovo progetto: si chiama MicroBees e offre prodotti nel campo dell’Internet delle cose, con un focus sulla domotica: «È un mondo incredibile. Oggi programmi un irrigatore automatico per innaffiare il tuo giardino. L’oggetto si collega ai servizi meteo e decide in autonomia che è inutile farlo, con un risparmio energetico e di risorse notevole». La startup che ha sedi ad Aversa, Londra e in California, esporta i suoi prodotti negli Stati Uniti e a Dubai:

«Si danno troppe illusioni sulla Silicon Valley. Non vai lì e trovi i soldi per terra. Gli americani hanno finanziato pochi italiani. Ci vuole un importante background, favoriti quelli che si sono formati in università prestigiose, e che parlano un inglese perfetto. Se vedi le storie di quelli che hanno ottenuto soldi, sono persone che vivono da anni sul posto, che hanno americani nel team. Insomma, bisogna stare lì e intessere relazioni, se vuoi avere una chance. Il cv è la prima cosa, poi la squadra e mantenere la parola data. Gli americani hanno un approccio diverso. A loro manca la nostra diffidenza. Ti credono. Ma se dici bugie, esci dal giro subito».

Oltre all’attività di imprenditore, Antonio collabora con Confindustria, aiutando i giovani startupper a trovare il loro modello di business e i finanziamenti necessari per portare avanti il loro progetto.

Ai lettori di Millionaire regala qualche consiglio su come fare impresa.

1. Sperimenta. Non ci si inventa. Bisogna partire con una base di denaro, non puoi pensare di generare fatturato sul fatturato. Tuttavia, oggi ci sono strumenti che ti aiutano a fare indagini veloci di mercato (Google Trends, Facebook Adv, la stampante 3D), puoi creare prototipi di beni e servizi e capire subito se esiste un mercato.
2. Scegli i migliori nel team. Puoi farlo se hai tanti soldi, ma non è il modo giusto. Oppure condividendo con loro la gestione dell’azienda, tirando fuori il talento imprenditoriale di tutti, la voglia di mettersi in gioco.
3. Non avere paura di sbagliare. L’Italia in fondo è un Paese di dipendenti. C’è ancora molta invidia per il successo degli altri e lo Stato non ti aiuta. Ciò premesso, non puoi evitare di fare errori. Commettili, fallisci pure e non avere mai paura del giudizio degli altri.
4. Pensa in grande. Vuoi realizzare un sogno? Non pensare a coltivare il tuo giardino, con soluzioni o prodotti locali. Pensa su grande scala ad idee capaci di adattarsi alla vita e alle abitudini di 1 miliardo di persone.

INFO: http://www.antonioleone.net/

Giancarlo Donadio

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