La rivoluzione parte da una startup

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25 Marzo 2013

Un uomo solo può cambiare il mondo, con l’aiuto di tanti altri. Per riuscirci, un’idea ha bisogno di menti, cuori, competenze e partecipazione».

È la filosofia di Roberto Esposito, salernitano, 27 anni, blogger, startupper seriale e ideatore di Derev, il portale che promette di trasformare in realtà progetti innovativi. Come? Grazie alla condivisione sul Web e al crowdfunding.

Per realizzare Derev (contrazione di De Revolutione), Esposito ha ottenuto un finanziamento di 1,250 milioni di euro con cui ha fondato un’azienda con 15 dipendenti.

Cos’è Derev?

È una startup nata a luglio, una piattaforma che vuole offrire agli utenti gli strumenti per realizzare idee rivoluzionarie che cambiano il mondo, nel business, così come nella politica, nella musica, nell’arte … ».

Come funziona?

L’utente effettua la registrazione e fa partire la “sua rivoluzione”. Gli altri utenti possono seguirlo e finanziarlo con una campagna di crowdfunding».

Quanti persone sono registrate?

Il sito ha avuto numeri importanti da subito. Nella fase di prelancio, contavamo 100mila iscritti in pochi mesi».

Come hai convinto gli investitori?

[blockquote align=”center” variation=”blue”]Non mi piacciono i tentativi a vuoto. Perciò, prima di presentare l’idea, ho lavorato per un anno per perfezionare il prodotto, le strategie di marketing, scegliere i canali di comunicazione più adatti, il business model, mentre i miei cofounder sviluppavano la versione Beta.

Inoltre, ho detto agli investitori: “Questi sono i miei numeri: 4 milioni di fan su Facebook e quasi 600mila commenti al mio post da record. Questi sono alcuni dei progetti che ho realizzato senza spendere un centesimo (Ohkay, negozio on line di t-shirt e gadget , Crashdown, portale di informazione …) Immaginate cosa sono in grado di fare se voi mi date 1 milione di euro!”»[/blockquote]

 Raccontaci un progetto che è stato finanziato?

Per la ricostruzione di Città della Scienza, il polo culturale di Bagnoli, distrutto in un incendio».

Come ci guadagnate?

Tratteniamo una percentuale sul crowdfunding che va dal 3 al 9%. Se la campagna non raccoglie nulla, non c’è guadagno. Ci sono poi servizi aggiuntivi che offriamo a pagamento agli utenti: campagne di marketing, indagini di mercato, richieste di streaming on line».

La vostra è una startup innovativa al Sud. Quale il maggiore ostacolo?

Innanzitutto, una mentalità poco imprenditoriale: “Prenditi una laurea a trova un posto fisso”. Poi gli ostacoli burocratici qui come nel resto d’Italia. Ti faccio un esempio. Abbiamo richiesto la partita Iva a luglio, abbiamo dovuto aspettare fino a novembre. Poi, altri 4-5 mesi per una visura camerale. Insomma, l’ostacolo maggiore è la sproporzione tra i ritmi indemoniati di una startup e la lentezza della burocrazia».

Sei entrato nel guiness per il record mondiale di commenti su un singolo post della tua pagina facebook: 560mila. Come si fanno questi numeri?

Non c’è un segreto o un libretto di istruzioni. Ci sono piuttosto mesi di lavoro nell’ideazione e nella pianificazione di campagne e iniziative di marketing non convenzionali. Pensate in modo differente e fuori dagli schemi, lottate contro i luoghi comuni, non copiate. In breve, sorprendete e rendete la vostra idea appassionante».

Giancarlo Donadio

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