Come e perché lavorare in una startup

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25 Marzo 2014

Entusiasta, flessibile (pronto cioè a ricoprire più ruoli all’occorrenza), appassionato delle nuove tecnologie. Under 30. È il profilo medio di chi lavora in una startup: sono 10mila in Italia e rappresentano una realtà occupazionale che sta evolvendo negli ultimi anni:

Per impegnare il proprio tempo in una startup bisogna avere un approccio imprenditoriale, proattivo. Perché i soldi sono pochi e spesso si lavora gratis. Devi prenderti un rischio come farebbe un imprenditore con la sua azienda» spiega a Millionaire Marco Melluso, 32 anni, sviluppatore foggiano freelance, che vive a Berlino.

Insieme a un amico, Giuseppe Colucci, 30 anni, anche lui emigrato nella capitale tedesca, ha dato vita a Startup Italia Job, una piattaforma dove le startup postano i profili ricercati e chi cerca lavoro può candidarsi:

Abbiamo preso spunto da un sito berlinese. Ci siamo resi conto che in Italia mancava una realtà così. Le offerte di lavoro per startup erano un po’ disseminate tra gruppi Facebook e LinkedIn. Allora abbiamo iniziato a lavorarci» racconta Marco a Millionaire.

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Online dal mese di ottobre, il sito, tutto autofinanziato, ha circa 300 utenti registrati e una trentina di annunci. Per ora possono iscriversi soltanto le aziende, ma è pronta una nuova versione che permetterà a freelance, incubatori, business angel di aderire:

Io mi occupo dello sviluppo e Giuseppe della promozione. Per ora puntiamo a raggiungere una massa critica e poi penseremo a elaborare un modello di business adeguato. L’obiettivo è diventare un punto di riferimento per l’ecosistema delle startup italiano».

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Quali sono i profili professionali che le startup ricercano di più?

Molte cercano un cofounder che ne capisca di programmazione. Il 90% delle startup sono digital oriented e avere in squadra sviluppatori diventa una necessità. Spesso succede che c’è l’idea, ma non si sa a chi affidarla nella fase di sviluppo».

Perché lavorare in una startup, quali sono i vantaggi?

Innanzitutto, perché è una scuola in cui ottieni le nozioni basilari sulla gestione di un business: dalla parte dell’ideazione, allo sviluppo, alla promozione. Poi perché prendi in mano la tua carriera, decidi in che settore svilupparti e quali obiettivi vuoi raggiungere. Se le cose vanno bene c’è la soddisfazione di avere messo al mondo una creatura tua, sviluppato un progetto di cui sei parte attiva. E non ultimo per la possibilità di guadagnare cifre importanti con un criterio più meritocratico rispetto a un’azienda. Insomma, cresce la startup e aumenta anche la tua remunerazione. Cosa che non accade in un’azienda già strutturata».

Quali sono le differenze tra l’ecosistema di startup berlinese e quello italiano?

In poche parole noi abbiamo le idee (su questo siamo imbattibili), mentre qui hanno più mezzi, una normativa fiscale più sostenibile per un progetto alle prime armi, e un pubblico più educato al digitale, rispetto a noi. Qui succede che anche un’idea, apparentemente banale, ottenga fondi proprio perché più vasto è il bacino dei consumatori potenziali che usano la Rete per acquistare beni e servizi».

INFO: http://www.startupitaliajobs.com/

Giancarlo Donadio

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