E’ stato tra i primi a usare una stampante 3D quando pochi ne avevano sentito parlare «Mi occupo di fabbricazione digitale dal 2000 da quando ho aperto un’azienda per offrire consulenza ad architetti, designer e imprenditori che volevano progettare in 3D» spiega Filippo Moroni, 39enne designer romano.
E’ l’ideatore con Pietro Gabriele, 36 anni, ex imprenditore edile ed esperto di elettronica, di Fonderie digitali, laboratorio e incubatore nella città di Roma dedicato agli artigiani digitali: «Pietro ed io abbiamo incrociato i nostri destini nel momento propizio per entrambi. Lui era stanco del suo lavoro nell’edilizia e cercava un nuovo sogno in cui credere, io avevo il mio progetto nel cassetto con tante idee, ma mancavo di una mente organizzativa. Lui mi ha aiutato a metterle in ordine le mie e insieme abbiamo realizzato Fonderie: una rete che mette insieme aziende (50 a oggi) e investitori e istituzioni, che operano e credono nell’artigianato digitale: «Partiamo dal basso, dai piccoli territori che non sono stati toccati dall’innovazione: è lì che scoviamo talenti e li aiutiamo a realizzare il loro sogno d’impresa».
Chi vuole entrare nell’incubatore scrive una email con il suo progetto. Questo sarà valutato da un comitato scientifico, che è composto dai rappresentanti delle imprese coinvolte. «Ai progetti che superano la fase di selezione (premiamo chi sa unire tecnologia a fini sociali) offriamo il nostro knowhow per realizzare il prototipo, sia tecnologie che consulenza (ambito marketing e comunicazione, legale, amministrativo, finanza agevolata, sviluppo brevetti). Poi la presentiamo agli investitori che con cui collaboriamo e la mettiamo sul mercato: in questo caso diventiamo soci della startup al 20% e solo se fattura prendiamo una percentuale che va dal 3 al 5%, soldi che vengono divisi tra le aziende e i partner della rete».
Sono dieci i progetti incubati oggi: c’è Ortotica, un sistema di sensori integrato che consente di coltivare un orto a distanza, Supercluster, un modello di macchina stile Supercar che con una sola console permetterà di fare tutto: ascoltare la posta elettronica, chiacchierare in Rete con amici, ottenere informazioni georeferenziate su traffico e sicurezza… E ancora Maker Bar, un progetto che punta a creare una rete in franchising di laboratori digitali sparsi in tutt’Italia dove, artigiani, pensionati, hobbisti potranno recarsi e costruire ciò che vogliono.
Ecco 5 consigli per diventare un artigiano digitale
1. Parti da oggetti semplici e di uso quotidiano.
2. Forma una squadra con competenze trasversali: un informatico, un designer, un esperto di elettronica e un bravo comunicatore sul Web.
3. Occupati dell’estetica e del design e dell’usabilità
4. Cerca fondi con il crowdfunding
5. Parla in inglese. Punta da subito su un mercato internazionale
INFO: http://www.fonderiedigitali.org/
Giancarlo Donadio
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