Da dipendente a capo della sua azienda (la storia di Dario)

Di
30 Aprile 2015

Entra come dipendente nell’azienda con un contratto di un’agenzia interinale (la Openjobmetis, ndr) e in pochi anni viene assunto e rileva la società, diventandone il capo.

Dario Portolan, 44 anni, laureato in Ingegneria meccanica all’Università di Udine, è il proprietario di OMP  S.A.S di Cordenons, provincia di Pordenone, azienda che si occupa della distribuzione di macchine industriali (alesatrici, fresatrici, tornitrici, centri di lavoro): «Sono partito dal gradino più basso, entrando in azienda come progettista con un contratto di 5 mesi. Il titolare mi ha assunto a tempo indeterminato. Tutto è nato da una lite con lui. Gli ho chiesto quanto volesse per acquistare la sua azienda (lui aveva all’epoca 70 anni e nessun erede). All’inizio pensava scherzassi. Poi è tornato e mi ha chiesto se stessi facendo sul serio» racconta Dario a Millionaire.

È il 2007, le banche non erano chiuse come oggi. Dario scrive un progetto di ricostruzione dell’azienda che riesce a stare a galla sul mercato, ma ormai usa macchinari e tecniche di lavorazione obsolete. Lo presente a una banca che crede in lui e lo finanzia. Grazie anche a un investimento di suo padre raggiunge la cifra necessaria (500mila euro) per rilevare l’azienda e rinnovarla: «Se ci avessi pensato un anno dopo, avrei trovato le porte delle banche chiuse. Insomma, sono stato fortunato e bravo a cogliere l’occasione. Quando sono entrato in azienda da titolare, sono nate subito le prime difficoltà: i macchinari che utilizzavamo erano ormai vecchi, i nostri competitor erano anni avanti e il personale aveva in media 50 anni. Molti mi avevano sempre visto come un ragazzino. Ora mi trovavo a impartir loro degli ordini. Non è stato facile guadagnare il loro rispetto».

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Dario inizia a fare nuovi investimenti, acquista macchinari innovativi, assume ingegneri under 30 per ringiovanire l’azienda (tramite l’agenzia Openjobmetis con cui continua la sua collaborazione, ndr). E allarga il mercato (oggi esporta Germania, Olanda, Spagna, Slovenia, e tra breve anche in Messico).

Nella sua gestione (dal 2007 a oggi), il fatturato dell’azienda raddoppia da 800mila euro a oltre 1,5 milioni di euro: «Imprenditore si diventa con il tempo, sbattendo la testa contro i tanti ostacoli che hai di fronte, le banche che non danno soldi, le tante responsabilità che hai con i dipendenti. La mia vita è cambiata radicalmente. Prima passavo otto ore e prendevo i soldi a fine mese ed era tutto lì. Oggi vivo praticamente in azienda. Quando arrivano i soldi pago prima tutti e se resta qualcosa la prendo io».

 Consigli per imitare la tua storia?

«Di maturare ogni giorno. Non esistono corsi per diventare imprenditori. Bisogna costruire una nuova mentalità. Vivere in azienda, da dipendenti, come ho fatto io, guardandoti intorno, capendo cosa va e cosa non va. Con la volontà di migliorare le cose. Questo è lo spirito per partire. Poi chiaro ci vuole anche un po’ di fortuna per fare il grande salto».

Giancarlo Donadio

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