Davide, lavora alla Nasa, torna in Italia per una startup sui droni

Di
Redazione Millionaire
11 Novembre 2015

Cresce il mercato dei droni. Nascono nuove imprese. Rispetto a un elicottero si risparmia, si inquina meno, c’è meno rumore. Tanti giovani si sono avvicinati al settorecon storie molto belle da raccontare.

Come quella di Davide Venturelli, 32 anni di Modena, studi in fisica e dottorato tra Francia e Italia: è il Ceo di Archon, startup che ha ideato un sistema di sorveglianza del territorio con i droni, completamente automatizzato.

Davide pensa alla startup quando è in America, arrivato con la Singularity University associazione che forma giovani imprenditori nel campo dell’hitech. Poi trova lavoro presso la Nasa in qualità di fisico teorico. È lì che conosce Davide Gezzi (suo socio attuale). È con lui che decide di creare una startup: «Prima di andare in America non avevo alcuna intenzione di mettermi in proprio. Le esperienze fatte mi hanno cambiato. Grazie alla Nasa mi sono affascinato al mondo della robotica e dell’intelligenza artificiale» racconta Davide a Millionaire.

La loro idea? Automatizzare operazioni costose, pericolose e ripetitive, come quelle di videosorveglianza per il controllo di aree (sia outdoor o indoor) o di siti molto delicati come dighe, centrali elettriche, impianti chimici: «La nostra soluzione prevede un sistema automatizzato di droni e stazioni di atterraggio e ricarica. I droni compiono le loro operazioni in modo autonomo con una centrale operativa che si occupa di controllare che non ci siano intoppi nelle operazioni».

Per realizzare quella che oggi è Archon, decidono di finanziarsi attraverso bandi regionali ed internazionali:, tra cui 30mila euro con l’iniziativa Spinner della regione emiliana, 40mila dollari con il programma di accelerazione StartupChile. E ancora 50mila euro con Horizon 2020: «Quello che abbiamo fatto è stato innanzitutto formare un team forte. Oggi abbiamo sette collaboratori, alcuni sono impiegati della Nasa e dell’Università di Stanford. Poi abbiamo cercato un partner forte sul territorio per lo sviluppo dell’hardware. Collaboriamo con Laser Navigation con cui abbiamo oggi una partnership strategica».

La visione di Davide e del suo team è ancora difficile da attuare oggi nella sua interezza. Le norme burocratiche attuali non permettono una totale automazione delle attività svolte da droni: «Ma le cose stanno cambiando. E saremo pronti quando la normativa sarà cambiata».

Nell’attesa, Archon, sperimenta  con aziende partner francesi la soluzione e, collaborazione con Laser Navigation,sviluppa soluzioni ad hoc per clienti: «Ispezione di dighe, sorveglianza di pannelli solari. Il costo dell’infrastruttura varia a seconda del rischio da qualche migliaia di euro l’anno fino a decine di migliaia di euro.

Nel corso di questi anni la startup ha ricevuto diversi riconoscimenti. Oltre a quelli citati in alto, è stata scelta tra in finalisti del Premio Marzotto (il premio finale  è di 300mila euro): «Il mondo dei droni è in continua evoluzione e sono convinto che tra qualche anno chi opera nel mercato avrà una libertà infinitamente maggiore».

INFO: http://www.archondronics.com/

3 cose da sapere per investire nel settore.

1) Gli ambiti dove investire

  • Consegna di oggetti: la sperimentazione è già partita e vede come protagonista Amazon
  • Agricoltura: per monitorare colture, sistemi di irrigazione, presenza di parassiti
  • Costruzioni: per controllare tubature, fughe di gas, facilitare lavori di ristrutturazione.
  • Energia: l’Enel dispone di una flotta per la manutenzione di impianti elettrici.
  • Organizzazione dell’ambiente: per appurare, per esempio, la presenza di animali o cacciatori di frodo. Per controllare attività vulcaniche.
  • Soccorso o sorveglianza: individuare dispersi in aeree isolate in modo veloce ed economico.
  • Per fare riprese: in caso di produzioni per pubblicità o film. Fonte

 2) Cosa dice la normativa

Meno di 25 kg di peso del velivolo per operare con autocertifi cazione (da ottenere presso Enac, Ente nazionale aviazione civile, www.enac.gov.it), divieto di uso notturno, certificato medico di tipo aeronautico… Il regolamento Enac in materia di utilizzo droni, attivo dal 2014, fissa le linee guida per operare anche in modo professionale.

Oltre al patentino per piloti.  Obbligatorio stipulare un’assicurazione per il velivolo (costo: un centinaio di euro l’anno, fino a 100mila euro la sanzione per chi ne è sprovvisto), che deve essere riconosciuto o autorizzato (termini che distinguono le operazioni che si vogliono svolgere) Enac.  Durante i voli è necessario mantenersi in un raggio di 200 metri e a una determinata altitudine (70 o 150 metri, a seconda che si possieda o no il patentino di aeromodellista), ad almeno 8 km di distanza.

3) Esistono scuole per piloti

Per pilotare un drone ci vuole un patentino. Dopo aver superato una visita medica aeronautica di secondo livello, è necessario seguire un corso di addestramento pratico e teorico presso scuole accreditate Enac e ottenere un certificato per il pilotaggio dell’apparecchio che si intende usare.  Lo scorso giugno Enac ha pubblicato una lista degli organizzatori certificati di tutta Italia, che propongono corsi di addestramento per mezzi aerei a pilotaggio remoto (https://goo.gl/Vp6zKH): da 1.000 euro circa prezzi.

Redazione

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