Non ha badato a spese Mark Zuckerberg per portare nella sua squadra Jan Koum e Brian Acton, i fondatori di WhatsApp: 19 miliardi di dollari (13,8 miliardi di euro) per convincerli a entrare nel mondo Facebook.
Dopo Instagram (715,3 milioni di dollari spesi) è la spesa più consistente di Zuckerberg che ne spiega i motivi sulla sua pagina personale:
Sono felice di annunciarvi che abbiamo raggiunto un accordo per acquisire WhatApp e che la loro squadra entrerà a far parte della nostra azienda. La nostra missione è di rendere il mondo più aperto e connesso. WhatsApp ci aiuterà in questo processo, continuando a sviluppare un servizio che le persone di tutto il mondo si divertono a usare ogni giorno» scrive.
Al di là dei fini filantropici, Mark acquista un’app che ha dei numeri stratosferici: 450 milioni di utenti attivi al mese (solo nel 2013 sono stati inviati 200 milioni di messaggi vocali, 100 milioni di video messaggi e 600 milioni di foto).
Una fortuna che nasce dalla genio dei due schivi fondatori (odiano mettersi in mostra: di interviste ce ne sono pochissime, come foto sul Web). Jan Koum e Brian Acton hanno lanciato il progetto nel 2009 dopo aver lavorato a lungo in Yahoo! nella vendita di pubblicità:
Lavoravamo giorno e notte per vendere pubblicità. Eravamo stanchi. Volevamo costruire un prodotto utile alla gente» spiegano in una delle rare dichiarazioni».
Da qui nasce la volontà ferrea di creare un servizio senza pubblicità al suo interno, privilegiando la funzionalità al guadagno.
Ma cosa cambia ora con l’acquisizione di Facebook?
A rassicurare i tanti fan dell’applicazione ci pensano i fondatori con un post che non lascia spazio a dubbi:
Abbiamo raggiunto un accordo con Facebook. Ecco cosa cambierà per voi: nulla. WhatsApp resterà autonoma e manterrà la sua indipendenza. E quello che più conta, non ci sarà nessuna forma di pubblicità a interrompere le vostre comunicazioni» si legge sul blog ufficiale.
Dopo aver tranquillizzato i fan, i due possono godersi il loro successo: tre miliardi in azioni vincolate e l’ingresso nel consiglio di amministrazione di Facebook.
Destino bizzarro per i creatori dell’app che ha rivoluzionato il mondo della comunicazione: Jan Koum è nato in Ucraina in un casa senza acqua e elettricità. Mentre Brian Acton dopo Yahoo! si era proposto a più di un’azienda senza alcun risultato. Indovinate chi è che gli ha chiuso la porta in faccia? Proprio Facebook che dopo un colloquio lo rispedì a casa. Ma Brian la prese con filosofia con un tweet di ringraziamento (siamo nel 2009):
È stato fantastico conoscere lo staff meraviglioso di Facebook. Non vedo l’ora di rivedervi».
Insomma, la gentilezza e l’ottimismo pagano sempre.
Con un po’ di ritardo.
Giancarlo Donadio