Il business delle scuole calcio

Di
Redazione Millionaire
24 Agosto 2012

Complici i sogni dei genitori, che vogliono crescere campioni, e la voglia di divertirsi dei più piccoli, si diffondono le scuole calcio dedicate agli under 12. Ecco come entrare nel settore

«La scuola calcio è un buon business. Nel nostro centro, partito nel 2006, abbiamo 500 allievi, col 40% di nuovi iscritti in più all’anno. Per farcela? Ci vogliono un’ottima organizzazione, tecnici di grande qualità, oltre a tanta passione e voglia di coniugare sport e divertimento dei ragazzi» esordisce l’avvocato Luca Bergamini che, con un gruppo di imprenditori, ha fondato a Roma il Futbolclub (www.futbolclub.it), un megacomplesso di 11mila mq di superficie con 8 campi, palestra e centro fisioterapico e 45 istruttori.

«Sulle rette da 850 euro si guadagna il 30%. Ma tutto viene reinvestito nell’attività agonistica. La difficoltà? I rapporti con i genitori, quasi sempre fanatici all’inverosimile». Sono proprio i sogni dei genitori che alimentano questo business. In Italia si sta verificando un vero boom per le scuole di calcio private. Quelle riconosciute dalla Federazione sono oltre 7.000, in prevalenza al Centro-Nord. Alcune fanno addirittura da vivaio per squadre ufficiali. Il mercato degli aspiranti campioni non dà segni di arresto. «In Italia si vive di pane e calcio e sono pochissimi i genitori che resistono alla tentazione di far crescere un campione» sostiene Giuseppe Ingrati, responsabile dell’Ufficio Comunicazione del settore giovanile e scolastico della Federcalcio (www.figc.it).

Al giorno d’oggi le scuole prendono i bambini già dai 5 anni fino ai 12. Suddivisi per categorie di piccoli amici, pulcini ed esordienti in base all’età, fanno allenamento due-tre pomeriggi alla settimana, più la partita nel weekend. Molte scuole calcio hanno sede all’interno di impianti presi in concessione dalle pubbliche amministrazioni. Sempre più diffusi i campi in sintetico, alcuni anche al coperto.

Intraprendi nel settore

Per cominciare può bastare un solo campetto, ma quando si inizia ad andare oltre i 50 iscritti serve maggior spazio, anche per spogliatoi, magazzini, saletta medica e stanza riunioni. Le vere e proprie Accademie del calcio hanno palestra, club house, bar e punto vendita per l’attrezzatura da gioco. «Per battere la concorrenza c’è bisogno di introdurre continue novità sia nelle tecniche di allenamento sia nei servizi» sostiene Giuseppe De Domenico, allenatore e socio della Scuola Calcio “Cantera Ribolla” di Palermo, avviata nel 2000 da Totò Schillaci (Tel. 091 312711).

C’è chi propone la scuola femminile a metà prezzo, chi fa lezioni di calcio in inglese e chi offre corsi di fitness per gli accompagnatori. Nei mesi estivi, inoltre, gli impianti più quotati che vantano collaborazioni con squadre ufficiali o ex calciatori professionisti, organizzano campus interni e/o vacanze-scuola, anche all’estero. Conviene tappezzare la città di locandine e fare volantinaggio nei pressi delle scuole. Con un po’ di soldi in più si possono fare cartellonistica e pubblicità sulle tv locali.

Entrate, costi e guadagni

«Le rette di iscrizione variano da 300 a 900 euro all’anno, in base alla qualità dell’impianto e ai materiali forniti in dotazione (maglie, tuta, sacca ecc.)» afferma Ingrati.

Se si considera che una scuola ben avviata, nel giro di pochi anni può arrivare a 300-400 iscritti, possono dunque girare somme di centinaia di migliaia di euro.

In più, i proventi aumentano se c’è il punto di ristoro e di eventuali altri servizi come – per chi ha la disponibilità totale della struttura – l’affitto del campo nelle ore serali, che permette di incassare fino a 200-300 euro su partite di calcio a 11 e fino a 100-130 euro con il calcetto. Quasi tutte le scuole, inoltre, hanno la sponsorizzazione di attività commerciali della zona che in alcuni casi versano contributi in denaro.
Ipotizzando di prendere in gestione un impianto sportivo esistente (altrimenti per realizzarlo ex novo ci vogliono non meno di 50mila euro per un solo campo a 5), a pesare di più è quasi sempre l’affitto che negli impianti più grandi supera 10mila-15mila euro al mese e va a incidere per il 50% delle spese complessive. A seguire, i compensi degli istruttori, luce e gas, materiale didattico, assicurazioni e burocrazia. Al netto delle spese rimane anche il 30% delle entrate.

Quando conviene l’associazione sportiva

La stragrande maggioranza delle scuole sono associazioni sportive dilettantistiche senza fini di lucro e hanno l’obbligo di reinvestire gli utili. In pratica, i soci fondatori si riconoscono compensi in qualità di presidenti, dirigenti o se fanno da allenatori e utilizzano il restante surplus per finanziare l’attività agonistica degli allievi fino ai 16 anni che tutte le scuole hanno. È infatti indispensabile per avere il riconoscimento federale.

come si fa, in 5 mosse

1. Individua l’impianto sportivo. Tre le possibilità: prendere in concessione un campo pubblico anche se dismesso, optare per una struttura privata da prendere in affitto nelle ore pomeridiane. Infine, realizzare l’impianto ex novo (per un campo a cinque servono almeno un migliaio di mq).

2. Costituisci un’associazione sportiva dilettantistica (minimo tre soci): per sgravi fiscali e semplificazione contabile. Basta richiedere un Codice Fiscale e redigere presso un notaio l’atto costitutivo e lo statuto dell’associazione, oltre all’iscrizione alla Federazione o a un ente di promozione sportiva e all’albo del Coni.

3. Richiedi il riconoscimento federale. La scuola deve coprire tutta l’attività giovanile, avere almeno due tecnici qualificati, presentare un programma delle attività e avere in organico medico e psicologo. In base alla qualità dei servizi offerti si viene classificati come scuola calcio specializzata, scuola calcio riconosciuta o centro calcistico di base.

4. Scegli i tecnici. Si prevede un istruttore ogni 10-20 bambini. Per la selezione dei tecnici sono fondamentali un buon curriculum, precedenti esperienze professionali, spiccate doti relazionali ed educative.

5. Ricerca gli sponsor. Supermercati, officine, negozi… sono solo alcuni tra i potenziali sponsor che si trovano battendo a tappeto la zona in cui si opera alla ricerca di contributi in denaro o, più sovente, di buoni spesa e convenzioni per gli allievi.

facciamo due conti

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  • 300-900 euro, rette annue con una media di 75 iscritti (le scuole più grandi ne hanno oltre 300).
  • 40mila-50mila euro, le entrate (dato medio).Nelle scuole più grandi (e spesso più costose) si va oltre 300mila-400mila euro annui.
  • guadagni fino al 30% netto delle entrate

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Mamma medico apre una scuola all’Arena di Milano

Prendi due mamme intraprendenti, di professione medico e storica dell’arte, con tre figli a testa in età scolare, e una voglia matta di giocare a calcio. Perché non aprire una scuola per loro e i loro amichetti? Nasce così KidsUnited, che ha sede all’interno dell’Arena di Milano. Giovanna Testa e Liliana Cherubin sono partite a settembre 2011. Oggi, quattro mesi dopo, hanno già 150 iscritti e 50 bambini in lista d’attesa. La retta è 350 euro l’anno.

Quanto avete investito?

Abbiamo coinvolto nove soci-genitori con cui abbiamo costituito l’associazione. Abbiamo investito 500 euro a testa. Più che sufficienti per fare il sito, qualche cartella stampa e comprare due cellulari e un minimo di attrezzatura per l’ufficio.

Come avete ottenuto la concessione per l’Arena?

Ci siamo recate dall’Assessore allo Sport per presentargli con tutta semplicità il progetto, che ha come obiettivo principale quello di far divertire i bambini. Già dopo poche settimane ci avevano dato l’ok.

Che consiglio dare a chi vuole intraprendere?

Mettetevi in gruppo e puntate sulla professionalità dello staff medico oltre che degli allenatori, chiamati a insegnare che il pallone è gioco prima che competizione.

INFO: 393 0179165, www.kidsunited.it

Monica Gadda, Millionaire 1/2012

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