Miami: come trasferirsi e fare business

Di
Redazione Millionaire
22 Aprile 2016

Luca Baldisserotto, 49 anni, padovano, dal 2013 risiede a Miami, dove prosegue la sua attività in qualità di cofondatore dell’agenzia di viaggi online Evolution Travel.

Perché ha scelto Miami?

«Ho visitato Miami per la prima volta nel 1998 ma la decisione di trasferirmi qui è stata graduale: nel 2008 ci ho vissuto per tre mesi e così nel 2009. Questo luogo offre ciò che desidero: uno stile di vita occidentale abbinato a un clima caldo, un ambiente solare e colorato. Con la fondazione di una società in loco ho ottenuto il Visto di soggiorno».

Quali i vantaggi del fare impresa sul posto?

«Tutto è più veloce, non servono tanti permessi».

Quali invece gli svantaggi?

«Il rapporto con le banche è più costoso: basti pensare che fare un bonifico può costare circa 30 euro. Inoltre alcune spese sono più salate: un avvocato fiscalista può fatturare 60 euro solo per aver inviato una email che ha comportato pochi minuti di lavoro. È difficile capire quali sono i professionisti che propongono tariffe convenienti».

Cosa apprezza della vita a Miami?

«L’ambiente cosmopolita, gli spettacoli. E la libertà assoluta: per esempio, le donne non si vergognano affatto a entrare in un bar con i bigodini in testa. Poi vedere il mare e il clima: il sole infonde grande energia».

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Come ottenere il visto?

Per entrare e soggiornare negli Stati Uniti per un periodo inferiore a tre mesi è necessario avere un passaporto: quelli elettronici non necessitano la richiesta di Visto, così come quelli con foto digitale emessi prima del 26 ottobre 2006 e quelli a lettura ottica, rilasciati dal 26 ottobre 2005.

Viceversa i passaporti non a lettura ottica necessitano di un Visto (INFO: http://goo.gl/wcKrJ). Obbligatoria per tutti l’autorizzazione Esta (Electronic system for travel authorization), da richiedere prima del viaggio (costo: 12,75 euro, da versare online con carta di credito). INFO: http://goo.gl/Zk3Xkl).

Per soggiorni superiori a 90 giorni

Finalizzati a motivi di studio o lavoro, gli Stati Uniti prevedono un numero fisso di ingressi ogni anno a seconda del motivo di soggiorno. Chi vuole lavorare, ma non ha un contratto con un’azienda locale e non ha familiari che vivono lì ha due possibilità. La prima prevede la richiesta di Green Card (cioè di permesso di soggiorno) dedicata a persone con particolari attitudini, come professionisti e specialisti (INFO: www.uscis.gov, Ufficiocittadinanza e immigrazione degli Stati Uniti).

La seconda è una vera e propria lotteria, aperta a tutti, che riserva circa 50mila posti ogni anno e non richiede requisiti particolari per l’iscrizione: è sufficiente non avere precedenti penali e non soffrire di disturbi mentali. INFO: www.dvlottery.state.gov.

 Il visto da imprenditore

 Infine, chi richiede un Visto di soggiorno in qualità di imprenditore deve rispettare determinati requisiti, tra cui la presentazione di un business plan e l’avvio di un’attività in loco già in essere. I visti riservati agli investitori sono 10mila ogni anno: lo scorso maggio si è già raggiunta la quota annuale. INFO: https://ais.usvisa-info.com.

(Fonte foto immagine in evidenza, SeWinds, https://www.flickr.com/photos/sewinds/)

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