Stanco di aspettare Internet, me la faccio da solo

Di
6 Novembre 2014

«A Vietri (paesino della Basilicata) nel 2008 navigavamo ancora con il 56K. Andavamo lentissimi, eravamo esclusi dal mondo. Quando ho capito che le multinazionali non avevano alcun interesse a introdurre la banda larga nel nostro Paese» spiega Giuseppe Pitta, informatico 31enne.

Allora coinvolge alcuni amici, esperti di informatica, studenti o professionisti del settore: «”Se aspettiamo Telecom diventiamo vecchi”. Facciamo qualcosa insieme. Nessuno di noi sapeva come fare, ma ci siamo ingegnati» racconta Pitta.

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Per prima cosa si sono rivolti a un comune vicino che aveva l’Adsl e hanno creato il primo ponte di collegamento:

Abbiamo chiesto aiuto, studiato da autodidatti per capire come si monta un’antenna, visto dove comprare il kit (all’inizio lo importavamo dall’estero) e investito 500 euro a testa per i primi materiali».

Poi hanno creato un’associazione (Progetto Neco) e iniziato a montare le prime antenne sui tetti, partendo da amici e familiari: «Il vantaggio di un piccolo paesino è che tutti si conoscono, c’è fiducia. Anche se c’è un guasto, puoi chiamare un amico e lui viene a risolverlo».

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Oggi hanno oltre 130 nodi attivi: comprano la banda da un operatore (Alida) a 400 euro e si finanziano con i soldi dei membri che pagano una quota annuale di 96 euro per avere Internet e telefonate Voip. Sognano di espandersi nel resto d’Italia: «Non è facile, ognuno di noi ha il suo lavoro. Questa per ora è una passione. Ma pensiamo di allargarci. Arrivare a 500 nodi per ridurre i costi della banda».

INFO: http://www.progettoneco.org/

Giancarlo Donadio

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