Startup: come farsi finanziare. I consigli di Andrea De Spirt di JobYourLife

Di
Redazione Millionaire
21 Gennaio 2015

25 anni, e già tanta strada: un’azienda con due sedi, una a Milano, l’altra a Cagliari. Un primo round di investimento di 500mila euro chiuso nel 2013. Tanta visibilità sui media nazionali e internazionali (anche Forbes ha parlato di lui e della sua startup).

E oggi un secondo round di finanziamento di 600mila euro, ottenuto da investitori privati. Andrea De Spirt, veneto, è l’ideatore di JobYourLife, piattaforma che fa incontrare domanda e offerta di lavoro in modo innovativo grazie a un algoritmo semantico che permette ad aziende di trovare candidati in una precisa zona geografica (con la stessa logica di Google Maps). E ai candidati di ricevere solo annunci nell’area geografica che selezionano (leggi qui la nostra intervista ad Andrea). Sono 300mila oggi i candidati che la usano, oltre 500 le aziende iscritte.

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Ecco i suoi consigli su come cercare un investitore e farsi finanziare:

1. Business angel o venture capital? «Fin dalla ricerca del primo finanziamento, ho puntato su investitori privati (manager, imprenditori…). Questo perché scegliendo loro hai più margini di libertà: un venture capital per finanziarti, quando non hai una valutazione alta, può chiederti fino al 40% delle quote dell’azienda.

2. Come cercare un investitore privato? «Oggi il Web aiuta. Ci sono piattaforme che uniscono gli investitori privati. Due sono le principali: c’è Iban (Italian Business Angel Network). E un altro network, sempre italiano (Italian Angels for Growth). Tu ne convinci uno e poi si crea un effetto a catena. Saranno loro a parlare di te ad altri amici investitori, aumentando così il volume del finanziamento».

Per maggiori info leggi la nostra intervista a Paolo Anselmi, presidente di Iban
http://millionaire.it/come-farsi-finanziare-da-un-business-angel/

3. Come presentarsi? «Direi con le idee chiare. Cosa vuoi fare con il tuo business? Quale problema riesci a risolvere? Pensa a rispondere a queste domande nel modo più semplice possibile. Riesci in un minuto a raccontare l’embrione della tua idea? Non è facile. All’inizio sei confuso. Quando parti con un’idea non sai sempre cosa stai andando a fare. È successo anche a me con i primi investitori, che hanno saputo, per mia fortuna, guardare al di là del loro naso. Detto questo, la confusione è pericolosa perché si trasmette all’investitore che ha poi paura a puntare su di te».

4. Come comunicare al meglio l’idea, allora? «Al di là del business plan che deve essere ben scritto (non superare le 10 slide, con date, numeri, vantaggi competitivi, capitale investito, redditività, eventuali brevetti.., ndr), la chiave di svolta può essere trovare una formula riassuntiva di tutto, uno slogan che descriva subito la tua azienda e sia comprensibile. Il mio è stato: “JobYourLife ti aiuta a trovare il lavoro ideale dove vuoi”. Inizialmente dico questo, poi una volta colpiti gli investitori, si passa alla visione del business plan per un’analisi più dettagliata. Sembra semplice trovare questa formula, ma non lo è».

5. Se non hai un team e un business che già fa numeri, sei fuori. «Un programmatore, un commerciale e un esperto di materie finanziare. Molto spesso capita che tre programmatori abbiano un’idea.  La presentano. Ma l’investitore chiede loro: “Buona idea, ma chi la vende poi?”. Insomma, strutturare un team con competenze diverse è la chiave del successo. Insieme a un progetto che già fa qualche numero. Un investitore non ha una sfera di cristallo. Alcuni si affidano alla vision, alla chiarezza espositiva e all’entusiasmo dello startupper. Ma avere delle buone metriche può fare la differenza».

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INFO: http://bit.ly/1COM8KE

Giancarlo Donadio

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