Technogym, la storia di Nerio Alessandri: dal garage di casa a Piazza Affari

Di
Tiziana Tripepi
23 Novembre 2016

Nerio Alessandri ce l’ha fatta con visione, passione e innovazione. La sua idea, sviluppata negli anni Ottanta, è stata una rivoluzione: creare macchine belle oltre che efficienti.

«Quando tutti parlavano di body building noi portavamo avanti l’idea di fitness. Quando gli altri hanno cominciato a recepire il fitness noi abbiamo lanciato il wellness. Mentre i nostri concorrenti facevano attrezzature meccaniche, noi sperimentavamo l’elettronica e i monitor davanti ai tapis roulant».

L’idea di Nerio Alessandri, elaborata nel garage di casa agli inizi degli anni Ottanta, è stata una rivoluzione: creare macchine belle oltre che efficienti. Oggi sono 35 milioni le persone che si allenano sui tapis roulant e le macchine isotoniche di Technogym, in 65mila palestre di 100 Paesi del mondo. L’azienda, 2mila dipendenti, 14 filiali, sede futuristica a Cesena, esporta il 90% della sua produzione. E a maggio si è quotata in Borsa. 13112787_849472421824959_188526153581559163_o

Da dove parte la storia di Alessandri?

«Da un sogno: quello di diventare imprenditore. Avevo 22 anni e abitavo con la mia famiglia a Gambettola, un paese in provincia di Cesena. I miei genitori erano operai, io appassionato di meccanica. Mi sono diplomato in disegno industriale all’istituto tecnico e ho iniziato subito a lavorare come designer in un’azienda di packaging di frutta e verdura. Non avevo niente, se non curiosità e voglia di realizzare qualcosa di mio. Per farlo, cercavo di stare attento a tutto ciò che accadeva intorno a me».

nerio alessandri per facebook

Come è nata l’idea di progettare un attrezzo per fare ginnastica?

«Fare ginnastica era il mio hobby. Era l’inizio degli anni 80, le palestre erano luoghi piuttosto spogli, con due-tre attrezzi al massimo: chi si allenava faceva tante serie degli stessi esercizi. Parlando con il mio istruttore, mi è venuta in mente l’idea di realizzare un attrezzo che fosse più divertente da usare. È così che ho progettato una macchina con i pesi attaccati, che minimizzava il carico sulla schiena e allo stesso tempo sembrava fatta per il corpo umano. Ogni fine settimana chiedevo a mio padre di spostare la sua 850 e mi mettevo a lavorare nel garage. Così è nato l’hack squat».

Dal garage all’azienda: come è nata Technogym?

«Quando ho portato il nuovo attrezzo in palestra è stato un successo: la gente faceva la fila per allenarsi. Altre palestre nella zona hanno cominciato a richiedermelo, le ordinazioni si moltiplicavano, così ho iniziato a progettare nuovi modelli. Dopo un anno ha deciso di lasciare il mio “posto sicuro” di designer per intraprendere l’attività imprenditoriale».

Quali difficoltà?

«I miei genitori cercavano in ogni modo di dissuadermi, in quel periodo il settore del fitness in Italia non esisteva. Ma io ero entusiasta della mia idea. Ho coinvolto mio fratello, mia cugina Marzia e alcuni vicini. Non avevamo niente, per fare le telefonate ai clienti utilizzavo una cabina telefonica a gettoni sotto casa. Prima di scendere preparavo un sacchetto di monete pronte all’uso. Ma mi animava la passione e ho gettato il cuore oltre l’ostacolo».

Come si passa da una piccola a una grande azienda?

«Ho sempre perseguito il sogno di realizzare “cose più grandi di noi”. Quando tutti parlavano di body building noi portavamo avanti l’idea di fitness. Quando gli altri hanno cominciato a recepire il fitness noi abbiamo lanciato il wellness. Mentre i nostri concorrenti facevano attrezzature meccaniche, noi sperimentavamo l’elettronica e i monitor davanti ai tapis roulant».

Qual è stata l’idea vincente?

«Innovazione, innovazione e ancora innovazione. Ecco l’arma vincente che guida le nostre scelte. “Se funziona, è obsoleto”: è questo il motto che utilizziamo e che applichiamo continuamente».

Cosa insegna la sua storia?

«Che fortunati si diventa. Sono partito dal nulla, ma ho ricevuto qualcosa di molto importante dalla mia famiglia: il senso del dovere, lo spirito di sacrificio, la passione e l’umiltà. Rispetto a 30 anni fa i giovani hanno molti più strumenti. Quando ho iniziato, per avere informazioni sul mercato americano e sul settore del fitness, mi ci sono voluti sei mesi. Oggi basta un clic su Internet».

Da qualche anno Technogym aiuta le startup nell’ambito salute e benessere con il Technogym Wellness Accelerator.

INFO: www.technogym.com

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