Un lab dove ognuno può costruire ciò che vuole

Di
Redazione Millionaire
1 Aprile 2014

Un posto dove costruire tutto ciò che si può immaginare. Il Mediterranean Fab Lab di Cava de’ Tirreni è uno dei più importanti laboratori di fabbricazione digitale in Italia. Chi ha un’idea ci si può rivolgere. Manda una e-mail, la sottopone al team del laboratorio, la progetta e la stampa:

Lavoriamo su tre fronti: formazione, corsi rivolti a studenti e professionisti su come usare le tecnologie della fabbricazione digitale. Consulenza per enti pubblici che utilizzano il nostro laboratorio per creare e testare nuovi progetti nell’ambito delle smart cities. E percorsi di accelerazione per imprese che vogliono sfruttare le opportunità del digitale e cambiare così i processi di produzione» spiega il responsabile Amleto Picerno Ceraso, 38 anni, architetto.

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Nato a Cava de’ Tirreni, è uno dei massimi esperti di fabbricazione digitale in Italia. Si è formato tra la Spagna e gli Stati Uniti («all’estero ho ampliato le mie conoscenze sul fenomeno della stampa 3D e della fabbricazione digitale»). Tornato in Italia, oggi insegna all’ Istituto nazionale di architettura a Roma (Inarch).

In un anno di attività abbiamo organizzato più di centinaio di eventi di formazione. Si rivolgono a noi tante scuole: vengono i ragazzi che possono stampare dalla cover del cellulare di loro ideazione, al progetto per la tesi per un esame. Persone o aziende che lavorano a progetti nuovi. Come un packaging per prodotti alimentare che dialoga con il cliente: ti dice come conservare al meglio il prodotto, ti narra la storia dell’azienda…».

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Un laboratorio di 4 giorni sull’abc della fabbricazione digitale costa intorno ai 300 euro:

Impari e metti in pratica. In quattro giorni, progetti un’idea e ne vieni fuori con un tuo prodotto. È un’opportunità di crescita professionale».

 

Quali sono gli scenari futuri della fabbricazione digitale?

A Barcellona, dove la disoccupazione giovanile è allarmante, c’è un progetto per creare fablab di quartiere. Ognuno potrà andare e stampare ciò che vuole. La rivoluzione è in corso e le aziende non devono perdere il treno, altrimenti rischiano di uscire dal mercato perché si affidano a processi di produzione vecchi. Alcuni grandi gruppi stanno già correndo ai ripari, puntando tutta sulla personalizzazione. Ikea, Lego, Nike, per esempio, offrono prodotti sempre più legati alle necessità del singolo cliente. Insomma, non più prodotti tutti uguali, pensati per una massa di persone. Poi ci sono scenari che sono solo intuibili. Un po’ come quando lo smartphone entrò in commercio: allora nessuno sentiva l’esigenza delle app, di cui oggi sembra nessuno possa fare a meno. Una rivoluzione simile attende il mondo della stampa 3D e di tutta la fabbricazione digitale».

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INFO: http://www.medaarch.com/mediterraneanfablab/

Giancarlo Donadio

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