Negli Usa e in Francia sono una tendenza consolidata. In Italia cominciano a diffondersi ora. Sono gli asili per quattrozampe: posti dove lasciare il cane dalla sera alla mattina. Il business funziona
La novità arriva da Parigi: un asilo per cani che in 200 metri quadri ospita fino a 18 animali. Situato in una via centralissima, il Canicreche (www.canicreche.fr) ha tra suoi clienti turisti con Fido appresso e padroni di cani di razza disposti a spendere dieci euro all’ora per far accudire il loro beniamino (150 per l’intero fine settimana). In Italia, gli asili per cani si contano sulle dita. Oltre ai cuccioli, alcuni accettano anche i gatti e altri piccoli animali domestici. Quei pochi che ci sono, sono molto grandi (dai cinquemila mq in su), con il parco-giardino dove gli animali vengono condotti a passeggio, a correre per i prati o sul campo di agility.
Ma è un buon affare? Sì, a giudicare dai numeri. Sono quasi sette milioni i cani che vivono nelle nostre case e l’asilo rappresenta la giusta soluzione per chi lavora. I prezzi sono più bassi che all’estero e in parte dipendono dalla taglia dell’animale: da 8 a 13 euro al giorno, 170 al mese. Negli asili inoltre si fanno anche servizi di toelettatura, corsi di agility, fitness per animali in sovrappeso e per quelli che fanno le gare, dog bus di presa e consegna a domicilio, assistenza veterinaria, nursery per le cucciolate, vendita di alimenti e accessori vari. Gli asili più grandi inoltre hanno l’allevamento e la pensione per quando il padrone va in vacanza, praticano la pet therapy per la cura dei disturbi del comportamento e organizzano corsi di formazione per i proprietari su igiene e cura dell’animale.
«Il mercato degli animali domestici è fiorente e in forte crescita, ma il successo di questa attività è comunque molto condizionato dalla giusta localizzazione» precisa Paola Fusco, presidente del Clubbau, un club per cani e padroni, aperto poco più di un anno fa a Roma (tel. 06 33616928, www.clubbau.it – anche per iniziative in franchising). Funziona la piccola struttura al coperto da aprire nelle città e sì al mega asilo appena fuori dai centri, pur lontano per legge dalle abitazioni. «Ideali anche le località turistiche di un certo peso, dove si possono ipotizzare convenzioni con gli alberghi che consentirebbero ai villegianti di portare con sé i propri amici a quattrozampe» dichiara Carlo Fidanza, presidente dell’O.Ci.M, l’osservatorio cinologico multidisciplinare del ministero delle Politiche agricole e forestali all’interno dell’Enci, l’ente nazionale della cinofilia.
Ma quanto costa e quanto si guadagna con un asilo per cani? Le cifre cambiano a seconda della dimensione. Per le strutture più piccole, si parla di un investimento di qualche decina di migliaia di euro. «Per un centro su cinque-seimila mq, gli investimenti superano anche i 150-180 mila euro» sostiene Paola Fusco. Cifre utili per cucce in legno o in muratura, locali, attrezzature per il gioco e il fitness, toelettatura, furgoncino per il trasporto, un piccolo ambulatorio, il verde e l’arredo giardino con piscina, fontanelle, lettini, distributori di crocchette. Lo spazio al coperto deve avere inoltre un buon sistema di areazione, essere insonorizzato e igienicamente perfetto. Alcuni asili hanno anche più di sei-otto addetti tra guardiani, operatori per i cani e per la pulizia, manutenzione e giardinaggio. Così le spese per il personale, insieme a quelle di affitto del terreno (se non è di proprietà), sono quelle che incidono di più sulla resa dell’attività, oltre alle manutenzioni e alle pappe (per quelli che non se le fanno portare da casa). In aggiunta, acqua, luce e riscaldamento, assicurazioni, burocrazia e la collaborazione di un veterinario quando necessita assistenza.
Gli asili spendono invece poco per la pubblicità. «A farla da padrone – afferma Tania Schiavinato, di Per un Pelo, un asilo aperto a Rondissone (TO), che ospita fino a 40 cani e 12 gatti (tel. 011 9183580, www.canavese.it/perunpelo) – più che altro, sono il passaparola e le convenzioni con i veterinari e i negozi per animali. Per il resto possono bastare un po’ di volantini negli ambulatori o nei negozi, qualche inserzione sui giornali locali e la partecipazione a mostre canine». Anche se si lavora bene tutto l’anno, con la bella stagione aumentano quelli che portano il cane negli asili all’aperto, per farlo scorrazzare nei prati. «Tra il servizio di asilo e gli altri – dichiara Paola Fusco – si possono fatturare anche 150-200 mila euro l’anno. Se gestito a livello familiare o tra soci lavoratori, le soddisfazioni economiche sono buone». Certo, trattare con i cani non è sempre facile: ci vuole passione prima di tutto, una certa abilità e tanta energia (alcuni asili sono aperti 14 ore al giorno, 365 giorni l’anno). Un po’ di studio o l’esperienza aiutano. «L’asilo per cani – commenta Fidanza – rappresenta la nuova frontiera nell’ambito delle strutture per il benessere animale. Da parte nostra, siamo impegnati sul versante istituzionale, affinché queste realtà possano godere di tassazione e contribuzione agevolate».
le cifre per aprire un asilo
da 30-40 mila a 180 mila euro l’investimento
150-200 mila euro il fatturato annuo
diamo i numeri
4.750.000 le famiglie con un cane
6.900.000 i cani in Italia (7.400.000 i gatti)
103.000.000 euro la spesa annua degli italiani in servizi per animali domestici (pensioni, addestramento, toelettatura…)
«E’ un lavoro bellissimo»
Un asilo per cani a 5 stelle è un caso raro, in cui il pubblico dà una mano al privato. Accade all’Accademia Cinofila Fiorentina: 30 mila mq di proprietà del Comune di Firenze, in cui ha sede un centro cinofilo all inclusive, che offre asilo per 25-30 cani al giorno oltre a servizi di pensione, addestramento e riabilitazione, in cui vengono coinvolti anche disabili reinseriti al lavoro. A dirigerlo, Giovanna Carlini, dopo 20 anni di libera professione come psicoterapeuta, che commenta: «E’ un lavoro bellissimo. Sempre a contatto con gli animali e la natura. Certo, qui ci si sporca le mani». Un’iniziativa, quella dell’Accademia cinofila fiorentina, che ben si presta a essere replicata in altre realtà. Capita spesso che gli enti pubblici abbiano terreni da bonificare, difficili da sfruttare altrimenti, in cui un progetto di questo tipo si inserirebbe bene. Così, non ultimo, si taglierebbero un po’ di costi, in primis l’affitto e le spese per il personale, laddove si riuscissero a stipulare convenzioni con le Facoltà di veterinaria e i servizi sociali.
INFO: Accademia Cinofila Fiorentina, cel. 338 1241514, www.canitalia.it/accademiacinofilafiorentina
pratiche burocratiche
In mancanza di una legge nazionale, l’apertura di un asilo per cani è attualmente regolata da norme emanate dalle singole Regioni. Così l’iter burocratico da seguire è in parte diverso, a seconda di dove si vuole avviare l’attività. In generale, comunque, la burocrazia è più snella se si opta per formule associative, tipo club. Per chi punta anche all’allevamento, si è agevolati come azienda agricola. Per le semplici imprese, invece, occorrono iscrizione in Camera di Commercio, partita Iva, iscrizione Inps, Inail, tassa rifiuti… Per tutti è indispensabile il sopralluogo della Asl veterinaria, chiamata a rilasciare una dichiarazione di conformità dei locali, per garantire l’igiene dell’asilo. In più, se il progetto prevede box esterni (le cucce) e pensione, entra in gioco anche il Comune, per il rilascio dell’autorizzazione dopo aver acquisito il parere favorevole (la concessione edilizia) dell’Ufficio tecnico dell’Arpa (agenzia regionale per la protezione dell’ambiente) per lo smaltimento delle fognature, e della stessa Asl.
c’è chi ti aiuta
Ecco gli aiuti pubblici per chi vuole aprire un asilo per cani
per saperne di più
› Enci, Ente Nazionale della Cinofilia Italiana – viale Corsica, 20 – 20137 Milano, tel. 02 7002031, www.enci.it,
e-mail enci@enci.it
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Zoomark Bologna, Salone internazionale dei prodotti e delle attrezzature per gli animali da compagnia – Biennale, prossima edizione 2007, tel 02 43911502, www.zoomark.it
Monica Gadda
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