Come aprire un ostello innovativo: 7 consigli da tre ragazzi di successo

Di
Redazione Millionaire
8 Settembre 2015

Tre amici lasciano il lavoro, si mettono in proprio e creano un posto di qualità. Vincono premi e riconoscimenti (da tre anni miglior ostello d’Italia e tra i primi 10 al mondo) e diventano capofila di una nuova generazione di ostelli. Ecco qualche consiglio per imitare la loro storia.

1. Fatti un viaggio. Studia il mondo degli ostelli, conosci l’inglese e impara a trattare con i clienti. Per chi ha pochi soldi non c’è niente di meglio che dormire in un luogo pulito, con gli amici di altre nazioni, lingue e culture. Ma se anche non sei più ragazzo odi gli ambienti asettici lontani dalla vita della città che vuoi conoscere. Bello, poi, cucinare o assaggiare ingredienti locali. L’Ostello Bello di Milano, capofila di una nuova generazione di ostelli, offre tutto questo. Dopo il successo della prima struttura, realizzata nel 2009 a Milano, in via Medici, ha raddoppiato con l’Ostello Bello Grande, zona stazione centrale. E a Bagan, in Birmania: «Siamo tre amici che hanno girato il mondo appoggiandoci agli ostelli e ne abbiamo fatto un’impresa» racconta Nicola Specchio, aiuto regista, fondatore di Ostello Bello, con Carlo Alberto Dalla Chiesa, anni in studi legali, e Pietro Vecchi, producer fotografico, tutti 35enni.

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2. Contatta il Comune. «Siamo nati e cresciuti a Milano. È stato naturale cercare uno stabile nella nostra città. Obiettivo: farne un luogo di scambio che apportasse qualcosa nel nostro territorio» racconta Specchio. Arricchimento umano, culturale, vivacità, animazione. «Volevamo un’impresa che si autosostenesse, ma anche etica: dare spazio gratuito al mondo dell’associazionismo per riunirsi, discutere, presentare idee. Siamo diventati una specie di coworking, sono tanti i progetti che nascono nell’area comune». Non esiste una regola per le città, grandi, piccole, centro o periferia: «Spesso le istituzioni locali spingono il turismo giovanile e sociale e sono disposte a concedere gratis, o a canone agevolato immobili pubblici, ex colonie, cascinali da ristrutturare. A volte i comuni partecipano agli investimenti iniziali, emettendo bandi, o li sostengono per intero» spiega Monica Gadda, esperta di Creaimpresa.

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3. Procedi in base alle leggi locali. Se vuoi replicare l’idea, informati presso la tua Regione: gli ostelli rientrano tra le attività extra – alberghiere e sono disciplinate da leggi regionali. Dovrai presentare al Comune una dichiarazione di inizio attività (Dia), in cui si attesta il rispetto di quanto previsto a livello locale. Per la gestione, puoi costruire un’associazione no profit o un ente senza fini di lucro.

4.Trova il tuo stile. «Abbiamo messo insieme esperienzenordeuropee e l’accoglienza sudamericana. E l’idea che l’alta qualità si può unire a prezzi abbordabili» racconta specchio. Bagni privati nelle stanze, spazi ampi per le camere e gli ambienti comuni, ma anche camere a uso privato per le coppie. Ambienti dove socializzare, giocare, mescolarsi alle persone che vivono in città e vengono per bere qualcosa, fare e ascoltare musica. Cucina per ospiti dove preparare da mangiare fai da te. Negli ambienti comuni a disposizione strumenti musicali.

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5. Offri pulizia e wi-fi. La massima pulizia è la prima regola per piacere ai turisti, ma non può mancare la connessione wi-fi, computer e una stampante. «Graditissimi: Internet point, lavanderia self-service, deposito bagagli, noleggio asciugamani, sala giochi, telefonia internazionale, biblioteca. E c’è chi pure fa noleggio bici, organizzazione escursioni, corsi di cucina, informatica, lingue, musica.

6. Investimento e costi. «Abbiamo investito i nostri soldi, nessun finanziamento pubblico. Per Ostello Bello, abbiamo speso 850mila euro. È entrata una holding finanziaria, che ha acquistato il 10% della società. Abbiamo speso 200mila euro per adeguare la struttura a ogni normativa. 25mila euro solo per allargare di 4cm una rampa di scale» spiega Specchio.

7. Redditività. «Milano attrae turisti o chi viaggia per affari tutto l’anno. Ma in altre zone ci sono picchi di lavoro o periodi morti. Nelle strutture ben avviate il tasso medio di occupazione delle camere si aggira sul 70,-80%. Gli investimenti di avvio variano in base alla grandezza della struttura, ristrutturazioni, impianti. Con un eco-ostello, grazie a pannelli solari, isolamento termico, lampade a basso consumo, si risparmia fino al 40% su corrente e riscaldamenti. E i guadagni (lordi) possono arrivare anche al 30%. Si guadagna con il bar, il ristorante (per chi ce l’ha), sul noleggio degli asciugamani. Il rientro degli investimenti avviene di solito tra 5 e 10 anni» spiega Gadda.

INFO: http://www.ostellobello.com/#!

Questo è un estratto dell’articolo di Silvia Messa pubblicato su Millionaire di giugno 2015.

Silvia Messa

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