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Esselunga, fine della saga familiare. I supermercati in mano a Giuliana e Marina Caprotti

Di
Redazione Millionaire
24 Aprile 2020

Dopo anni di tensioni, cause legali e un arbitrato durato 14 mesi, si è chiusa ieri la saga della famiglia Caprotti, a più di tre anni dalla morte del fondatore di Esselunga. I figli di Bernardo Caprotti nati dal primo matrimonio, Giuseppe e Violetta, hanno ceduto le loro quote, il 30% per un valore di 1,83 miliardi di euro, alla seconda moglie di Caprotti Giuliana Albera e alla figlia Marina, già socie al 70%. Le due donne sono ora proprietarie al 100% di Supermarkets Italiani, la holding a capo di Esselunga.

Gli arbitri hanno valutato il gruppo 6,1 miliardi di euro al 31 dicembre 2016, anno della scomparsa di Bernardo Caprotti. L’imprenditore aveva lasciato il 70% della società alla moglie e alla figlia Marina e il restante 30% agli altri figli. In base a un accordo del 2017, i due fratelli avrebbero potuto liquidare la loro parte tramite quotazione in Borsa della società o per un’opzione esercitata dalle azioniste di maggioranza. A gennaio 2019 Giuliana Albera e Marina Caprotti hanno deciso di esercitare il diritto di acquisto. È iniziato così l’arbitrato per la valutazione dell’azienda, che si è concluso il 20 marzo scorso. Ieri è stata firmata la vendita.

Nel suo testamento, il patron di Esselunga si augurava di aver tutelato l’azienda da eventuali scontri familiari con le sue disposizioni. «Famiglia non ci sarà. Ma almeno non ci saranno le lotte. O saranno inutili. Le aziende non saranno dilaniate». Caprotti auspicava una cessione internazionale: «È troppo pesante condurla (Esselunga), pesantissimo “possederla”, questo Paese cattolico non tollera il successo. Occorre trovarle una collocazione internazionale». Ma la figlia Marina, insieme alla madre, ha deciso di mandare avanti l’azienda di famiglia. Oggi Esselunga è guidata dall’ad Sami Kahale, impiega 23mila persone e ha un fatturato di 8,1 miliardi di euro (2019).

L’imprenditore dei supermercati

bernardo caprottiBernardo Caprotti, laureato in legge, fonda Esselunga a Milano nel 1957. Figlio di un imprenditore tessile, inizia a lavorare nell’azienda di famiglia di ritorno da un viaggio negli Stati Uniti, nel 1952. «Ho lavorato duramente. Ho sofferto l’improvvisa tragica scomparsa di mio padre (avevo 26 anni ed avevo lavorato con lui solo 6 mesi)» raccontò nel suo testamento.

Oltreoceano conosce il modello della grande distribuzione, e comprende che può essere rivoluzionario anche per gli italiani. Investe così, insieme al miliardario americano Nelson Rockfeller, nella prima società fondata in Italia con l’obiettivo di realizzare supermercati. La chiama Supermarkets Italiani. Il primo supermercato lo apre in una ex officina di viale Regina Giovanna a Milano. Fino al 1965 Caprotti rimane comunque alla guida della sua azienda tessile, ma con l’uscita di scena di Rockfeller rileva l’intero pacchetto azionario e si dedica a tempo pieno alla nuova attività. Muore il 30 settembre 2016, a quasi 91 anni. 

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