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A Londra il meglio delle startup per lavorare insieme

Di
Melania Guarda Ceccoli
27 Maggio 2022

Sostenibilità, smart city, velocità: sono questi i tre termini che si sono usati di più nella prima giornata di Smau | Italy RestartsUp in London. Un appuntamento dedicato all’incontro tra startup e corporate, per dare sempre più voce a nuove idee e alla voglia di lavorare insieme.

Sono 37 le startup scelte per la tappa inglese, che ha visto la presenza degli hub e gli acceleratori delle regioni Lazio, Emilia Romagna, Campania e Marche. Con loro anche le grandi imprese italiane come A2A, Edison, Ferrovie dello Stato Italiane, Intesa Sanpaolo Innovation Center e Snam.

«È fondamentale lavorare con le nuove startup per venire incontro ai bisogni dei clienti» racconta Ernesto Sicilia, International Business Director Trenitalia UK.

«Open è il termine migliore per parlare di innovazione» prosegue Franco Stivali, Chief Innovation Officer Ferrovie dello Stato. «Anche noi eravamo una startup!».

Tante facce giovani che hanno voglia di raccontarsi, di capire come si sta muovendo il mercato delle startup tra Italia e Inghilterra.

«Faccio parte di IN ER, la rete degli incubatori dell’Emilia Romagna» racconta Andrea D’Amico, Manager di Urban Hub Piacenza. «Siamo qui con alcune nostre startup per creare proprio questo legame, creare network, contatti, tra quello che è il nostro mondo e quello inglese. Siamo stati con Smau nelle tre città: Parigi, Berlino e adesso Londra. Questi eventi stanno andando molto bene e i contatti stanno portando a diversi progetti. Le tematiche su cui stiamo puntando sono sicuramente mobilità, energia, tutto quello che riguarda il mondo agrifood e smart city».

Presente anche Giorgio Ventre, Direttore Scientifico della Apple Developer Academy, un’iniziativa che è stata ideata dall’Università Federico II con Apple nel 2016 per creare formazione per talenti in campo digital.

«Ogni anno abbiamo un corso che dura 9 mesi ed è tenuto in lingua inglese. Facciamo un bando internazionale che seleziona 400 studenti di cui il 30% non sono italiani. Da qui è nato tutto un ecosistema che è fatto da un lato da altre academy come Accenture, sempre sul tema del digitale, e dall’altro abbiamo lanciato delle iniziative sulla creazione di impresa come incubatore sempre dell’Università Federico II e con programmi di accelerazione con aziende come Intesa San Paolo. Ci fa piacere essere qui per presentare questo ecosistema di innovazione napoletano che riteniamo possa essere un fattore di attrazione per investimenti dall’estero verso l’Italia».

Ma i veri protagonisti sono i giovani imprenditori italiani che hanno dato vita a startup che vogliono migliorare diversi settori tra quali quello agroalimentare e delle energie green.

Sì perché alla fine, il tema centrale di questa edizione sembra proprio essere questo: fare rete e trovare startup interessanti ed utili sia in Italia che in Inghilterra. Un’unione che va avanti da molti anni e che sembra non voler diminuire nonostante la Brexit.

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