Il pannello solare più sottile del mondo

Di
Redazione Millionaire
9 Gennaio 2023

Dal MIT di Boston arriva il pannello solare, spesso quanto un foglio di carta, in grado di rendere qualsiasi superficie fotovoltaica

 

Un pannello solare della dimensione di un foglio di carta, questa è la nuova scoperta del Massachusetts Institute of Technology. Meno spesso di un capello umano, il nuovo pannello solare può essere srotolato su una qualsiasi superficie per renderla da normale a fotovoltaica. Una scoperta sensazionale per l’agevolazione della trasformazione energetica in atto. A sviluppare questa nuova tecnologia sono gli scienziati del MIT di Boston, secondo i quali basterebbe un solo chilogrammo del materiale in questione per produrre 18 volte più energia rispetto a un pannello solare tradizionale. I risvolti in termini di sostenibilità e risparmio energetico si riveleranno di un’importanza non indifferente. Adesso, la nuova sfida degli scienziati dell’istituto statunitense sarà quella di rendere questa tecnologia scalabile.

“Le città statunitensi sono piene di magazzini con tetti molto estesi – ha spiegato Spectrum Vladimir Bulović, professore d’ingegneria elettrica e informatica al Mit – che però non possono sopportare il peso dei pannelli solari attuali, fatti di silicio. Se avessimo pannelli solari più leggeri, potremmo elettrificare molto in fretta tutti questi tetti. E ora ce li abbiamo: la nostra ambizione è riuscire a mettere a punto dei ‘tappeti solari’ da srotolare sui tetti”.

 

 

Pannelli solari sottili
© news.mit.edu

 

 

Le possibili applicazioni

Il materiale dei nuovi pannelli però non si limita solo ai tetti, ma si estende a molti più utilizzi come le vele delle barche, le ali dei droni e le tende. Oltre a questo, inoltre, potrebbe rifornire di elettricità anche le aree più remote e inaccessibili, e alimentare le operazioni di soccorso nella gestione di terremoti e incendi. Il materiale è stato realizzato ricoprendo un foglio di plastica con uno strato di parylene (un ottimo isolante elettrico che protegge dall’umidità e dalla corrosione chimica), sopra il quale sono stati poi “stampati” altri strati di celle solari composte da nanofili d’argento e da un altro polimero conduttore. Infine, è stato distribuito uno strato di colla sui bordi per tenere tutto insieme: “Abbiamo realizzato un prototipo quadrato, delle dimensioni di 10 x 10 centimetri – continua Bulović – ma siamo convinti che sarà possibile ingrandirlo. Non c’è niente che impedisca la scalabilità del processo”. Ora i ricercatori hanno in programma di condurre test più approfonditi e realizzare un “incapsulamento” che possa proteggere le celle solari dagli agenti atmosferici e renderle stabili per diversi anni. “Così come sono – conclude Bulović – le celle solari possono durare uno o due anni. Con l’incapsulamento possiamo arrivare a cinque o dieci anni.”

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