2023: cosa succederà alle gigafactory di Britishvolt e Italvolt?

Di
Redazione Millionaire
27 Gennaio 2023

La società prodigio inglese della mobilità elettrica chiude i battenti. Un duro colpo per l’ambizione del Regno Unito di diventare una potenza nel settore dei veicoli elettrici.

 

Doveva essere la “Tesla britannica”, una speranza per il mercato europeo della mobilità elettrica. Britishvolt la società fondata nel 2019 aveva accumulato un impegno finanziario di circa 2,5 miliardi di dollari, tra cui 100 milioni direttamente dal governo britannico e si era impegnata a raggiungere risultati ambiziosi entro il 2024. Erano riusciti a ottenere accordi persino con le case automobilistiche Aston Martin e Lotus. 

Britishvolt ha in comune lo stesso fondatore di Italvolt, Lars Carlstrom, che ha in Italia un investimento stimato complessivo pari a 3,4 miliardi di euro. Di conseguenza sorgono delle preoccupazioni per quanto riguarda anche il progetto di Italvolt e il suo futuro. 

Per quanto riguarda Britishvolt, l’accumulo del peso finanziario non ha certo agevolato le cose, ma le vere cause alla radice di tutto questo sono state ben altre. La mancanza di esperienza nel settore da parte dei fondatori e un comportamento amministrativo non adeguato non hanno aiutato la società nei momenti di difficoltà. 

“Erano destinati ad avere difficoltà – spiega David Bailey, professore di economia aziendale presso la Birmingham Business School – non avevano esperienza di sviluppo tecnologico. Non si erano assicurati tutti i finanziamenti necessari per costruire la fabbrica da 3,8 miliardi di sterline e non avevano grossi clienti”. I due fondatori, infatti, non avevano alcuna esperienza pregressa nel settore dei veicoli elettrici, al quale si sono avvicinati con un approccio più simile a quello dei fondatori di startup che di industriali, ricorrendo per esempio all’autofinanziamento e facendo promesse avventate di una futura crescita.

A peggiorare le cose poi, ci si è messa anche una gestione poco efficace. La società infatti, si comportava come se non avesse alcun problema di liquidità, affittando ville milionarie per l’alloggio dei dirigenti e facendo spese superflue come lezioni di yoga gratis per i dipendenti o doni aziendali del valore di oltre 1.000 euro a ogni nuovo dipendente. 

“Le spese per le cose superflue erano decisamente troppo alte – racconta l’ex dipendente di Britishvolt. – Penso che le spese fossero ormai fuori controllo. Si sono fatti prendere la mano e si comportavano come se fossero una grande azienda, ma in realtà erano una startup che non guadagnava e perdeva soldi con gli stipendi. Avrebbero dovuto concentrarsi di più sulla creazione di una qualche forma di entrata o di clientela prima di espandersi a quel ritmo”.

A seguito delle folli spese e della scarsa gestione della società, ad agosto 2022 arriva la resa dei conti. Britishvolt entra ufficialmente in amministrazione controllata e licenzia la maggior parte dei suoi 232 dipendenti. Nello stesso periodo, i fondatori Najdari e Carlstrom si sono dimessi a causa della condanna per frode fiscale in Svezia, ai danni di Najdari; lasciando il posto all’ex dirigente di Ford Graham Hoare, che ha assunto il ruolo di presidente delle operazioni globali. A quel punto però, le cose avevano già iniziato a prendere una piega poco incoraggiante. L’azienda aveva accumulato un monte di salari mensile di 3 milioni di sterline e, a ottobre, aveva annunciato di aver bisogno di 200 milioni di sterline in finanziamenti d’emergenza per arrivare all’estate del 2023, quando prevedeva di ricevere i primi ordini dalle case automobilistiche. Il governo britannico, che aveva promesso 100 milioni di sterline legate al raggiungimento di alcuni obiettivi, ha respinto una richiesta di anticipo di 30 milioni di sterline, che sarebbero serviti per alleviare i problemi di liquidità dell’azienda.

Non è chiaro cosa succederà alla società e ai suoi beni. Bailey afferma che l’amministrazione controllata è per certi versi il peggior esito possibile, poiché sarà legalmente obbligata a vendere l’azienda per recuperare quanto più denaro possibile, da cedere ai creditori.

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