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Da dipendenti ad azionisti

Di
Giorgio Fiorentini
7 Agosto 2023

Più di 100 mila lavoratori di grandi aziende hanno aderito ai piani azionari. Ma che fare quando nelle piccole imprese in crisi si rischiano i posti? Le soluzioni possibili

 

Dipendenti azionisti? L’azionariato dei dipendenti, che prescinde da situazioni di crisi, è una procedura e una prassi avanzata ormai in varie nazioni. In Italia sono più di 100 mila i dipendenti aderenti ai piani azionari (EFES, 2020). Imprese come Arterra Bioscience, Atlantia, Elis, EssilorLuxottica, Inwit, Moncler, Prysmian Group, Tim, Campari, Erg contemplano questa scelta. 

Uno dei casi da citare è appunto quello di Essilor Luxottica, che ha promosso il piano nella nuova edizione di “Boost”, il piano di azionariato diffuso a livello internazionale. Boost 2021 ha coinvolto circa 54.000 dipendenti in 78 Paesi. Le nuove sottoscrizioni arrivano da Bangladesh, Benin, Lettonia, Marocco e Ucraina. Inoltre 20.000 persone sono membri di Valoptec, l’associazione autonoma dei dipendenti-azionisti di EssilorLuxottica, che contribuisce alla sua governance. Con queste scelte le imprese si accreditano rispetto ai flussi finanziari a impronta ESG (Environmental, Social, Governance). 

 

 

Diverso il caso di imprese in crisi e in odore di chiusura, che operativamente possono mantenere i livelli occupazionali precedenti con alcuni vantaggi fiscali e finanziari.  Per esempio attraverso la cosiddetta “Nuova Marcora”, legge che sostiene le società cooperative di produzione e lavoro attraverso finanziamenti agevolati. Srl, spa, newco assorbono le imprese in crisi e puntano su business plan sostenibili, con l’obiettivo del salvataggio dei lavoratori.

Altra soluzione è la creazione di una “impresa sociale” (D.Lgs. 112/17). È il caso della Ma.Mi Srl Impresa Sociale. Era una Srl milanese senza distribuzione di utili, che ha affittato e gestito il ramo d’azienda di un’impresa profit in fallimento. Così, 11 dipendenti su 44 hanno ritrovato lavoro in questa impresa sociale no profit e hanno potuto aderire all’aumento del capitale sociale (30.000 euro), con una quota a 1.000 euro ciascuno. In questo modo sono diventati proprietari. Oggi la Ma.Mi è parte del Gruppo Toro, tra edilizia, scavi e attività stradali. 

Altra via è il wbo, workers buy out, l’acquisizione da parte dei lavoratori di imprese in crisi. Un’opportunità per ristrutturarsi, rinnovarsi sul mercato e diminuire il pericolo di disoccupazione. I dipendenti insieme agli azionisti tradizionali diventano anch’essi proprietari-azionisti. 

 

 

Articolo pubblicato su Millionaire giugno 2023

 

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