L'olivo, emblema della cucina e dell'identità italiana, è a rischio

L’olivo, emblema della cucina e dell’identità italiana, è a rischio

Di
Redazione Millionaire
25 Ottobre 2023

Un imponente 75% dell’olio d’oliva consumato in Italia proviene dall’estero, minacciando il prestigioso marchio “Made in Italy” nel cuore della nostra cucina.

 

L’olio d’oliva è più che un semplice condimento in Italia: è l’essenza della nostra cucina e un simbolo del Made in Italy. Ma ora, tre bottiglie su quattro consumate nel nostro Paese non sono italiane, con le importazioni che hanno raggiunto cifre storiche, superando i 2,2 miliardi di euro nel 2022 e crescendo ulteriormente nei primi sei mesi del 2023. Questo preoccupante trend non solo impatta il nostro patrimonio gastronomico, ma fa anche schizzare i prezzi in alto, con un aumento del 42%. L’allarme viene lanciato dalla Coldiretti in occasione dell’evento al Villaggio contadino al Circo Massimo a Roma.

La produzione mondiale di olio d’oliva affronta sfide significative. La Spagna, il principale produttore mondiale, ha visto una diminuzione del 34% rispetto alla media degli ultimi quattro anni. Anche altri grandi produttori come la Turchia e la Grecia stanno affrontando cali nella produzione. Di fronte a questa crisi globale, l’Italia si trova in una situazione delicata.

Nonostante il Sud Italia abbia registrato un incremento del 34% nella raccolta delle olive, il Centro-Nord ha visto una drastica diminuzione. Fattori climatici avversi, come piogge inopportune e ondate di calore, hanno avversamente colpito gli uliveti italiani. Ora, in questo periodo cruciale di raccolta, l’industria dell’olio d’oliva si affida in gran parte alla Puglia (già drammaticamente afflitta dalla Xylella), che rappresenta metà della produzione italiana.

L’Italia, come uno dei principali consumatori mondiali di olio extravergine d’oliva, ha una responsabilità di preservare e potenziare questa industria essenziale. Come sottolineato dalla Coldiretti, le olive non sono solo un patrimonio gastronomico; rappresentano anche un sistema economico di enorme valore, contribuendo con oltre 3 miliardi di euro all’economia italiana e sostenendo 400.000 imprese tra aziende agricole, frantoi e industrie di trasformazione.

In questo contesto, Coldiretti e Unaprol invocano interventi decisivi per potenziare la produzione interna, riducendo la dipendenza dalle importazioni. Le risorse del Pnrr potrebbero sostenere un’ambiziosa iniziativa: piantare un milione di nuovi ulivi lungo la Penisola.

“E’ essenziale salvaguardare un patrimonio così unico”, afferma Ettore Prandini, presidente della Coldiretti. La crisi attuale richiede un piano strategico nazionale per l’olivicoltura, che dia priorità alle aziende produttive, creando reddito, posti di lavoro e rivitalizzando gli uliveti abbandonati. Il futuro del “Made in Italy” dipende da esso.

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