La questione, sollevata per il momento solo nel Regno Unito, potrebbe potenzialmente allargarsi a macchia d’olio anche in Europa e, quindi, anche in Italia, dove le truffe online sono in continuo aumento e sempre più sofisticate.
Revolut ha ‘invitato’ Meta a condividere i costi per risarcire le vittime delle frodi, criticando nel contempo gli sforzi dell’azienda nel prevenire tali crimini. Questo scambio mette in evidenza le crescenti tensioni tra i gruppi finanziari e tecnologici riguardo a come affrontare e finanziare il problema delle frodi.
Come riportato dal Financial Times, mercoledì scorso, Meta ha lanciato un’iniziativa nel Regno Unito per consentire alle banche di condividere dati sulle transazioni con la piattaforma, nel tentativo di prevenire le frodi. Woody Malouf, responsabile della lotta contro i crimini finanziari di Revolut, ha affermato che “questi piani sono passi da neonati, mentre l’industria ha bisogno di salti in avanti”. Ha aggiunto che Meta non si assume alcuna responsabilità per il risarcimento delle vittime, il che riduce il suo incentivo a intervenire.
Le critiche arrivano mentre il settore tecnologico è sotto esame per il suo ruolo nell’abilitare la frode da “pagamento autorizzato”, in cui le vittime vengono ingannate e costrette a inviare denaro a truffatori. Secondo UK Finance, i britannici hanno perso 460 milioni di sterline a causa di frodi l’anno scorso, il 70% delle quali riguardava beni ordinati online ma non ricevuti.
Dati di Revolut rivelano che il 69% delle frodi segnalate dai clienti britannici nel primo semestre di quest’anno è iniziato sulle piattaforme di Meta, come Facebook e Instagram, in aumento rispetto al 67% del secondo semestre dell’anno scorso. Dal 7 ottobre, le banche e le società di pagamento del Regno Unito saranno responsabili del rimborso delle vittime di frodi per richieste fino a 85.000 sterline. Banchieri e politici sostengono che fare in modo che le aziende tecnologiche contribuiscano ai costi di risarcimento darebbe loro un incentivo a fare di più per combattere le frodi.
Il partito laburista, al governo dal luglio scorso, ha affermato che le aziende tecnologiche “contribuiscono molto poco” nella lotta contro le frodi online e nel risarcimento delle vittime. Malouf ha sottolineato che “ciò che è urgentemente necessario ora è che Meta e altre aziende di social media si impegnino a sostenere le vittime di frodi allo stesso modo delle istituzioni finanziarie”.
Nathaniel Gleicher, responsabile globale della lotta contro le frodi di Meta, ha dichiarato che l’azienda ha incentivi significativi per combattere le frodi, incluso il desiderio di creare una comunità “sicura” per i suoi utenti. Facebook e Instagram sono firmatari della carta contro le frodi online del Regno Unito, un accordo volontario per ridurre le frodi. Meta ha affermato: “La frode è un problema che coinvolge più settori e può essere affrontato solo collaborando. Il nostro programma pilota FIRE è progettato per consentire alle banche di condividere informazioni per proteggere gli utenti”.
Dietro la richiesta di Revolut c’è il sentimento di tutto il sistema bancario, inglese e non solo, e sarà difficile che le big tech come Meta si facciano tirare dentro un ‘loop’ di risarcimenti di centinaia di milioni ogni anno. Le responsabilità sono evidenti da entrambe le parti. Staremo a vedere il regolatore come reagirà. Per il momento dobbiamo tutelarci anche da soli, con massima cautela, anche perché è vero che in tutti i paesi ci sono le condizioni per farsi rimborsare dalle banche, ma non sempre é così semplice ed immediato.
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