Migliaia di residenti delle Isole Canarie sono scesi in piazza domenica 20 ottobre 2024, manifestando contro il sovraturismo (overtourism) che sta soffocando l’economia locale e rendendo inaccessibile il mercato immobiliare per la popolazione residente.
Con lo slogan “Le Canarie hanno un limite”, le proteste si sono svolte contemporaneamente a Gran Canaria, Tenerife, La Palma, Fuerteventura, Lanzarote ed El Hierro, attirando l’attenzione su un problema che si aggrava anno dopo anno.
A Playa de las Americas, uno dei luoghi più colpiti, i manifestanti si sono radunati sulle spiagge, mentre i turisti continuavano a godersi il sole, gridando “Questa spiaggia è nostra”. Sara Lopez, una delle partecipanti, ha dichiarato: “Abbiamo bisogno di un cambiamento nel modello turistico, che lasci ricchezza qui e che valorizzi ciò che questa terra ha di bello” .

I dati parlano chiaro: tra gennaio e settembre 2024, le Canarie hanno accolto 9,9 milioni di turisti, un aumento del 10,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Questi numeri, benché vitali per l’economia locale, stanno esacerbando problemi di lungo corso come l’aumento dei prezzi delle case, ormai fuori dalla portata di molti residenti, e l’impatto sulle risorse naturali, come l’acqua, che risultano sempre più scarse.
Le proteste si sono innescate a seguito di anni di lamentele da parte degli abitanti locali, che denunciano l’impatto devastante del turismo di massa. Il governo regionale delle Canarie ha risposto con un disegno di legge che dovrebbe entrare in vigore entro la fine del 2024, con l’obiettivo di regolamentare gli affitti brevi e frenare l’espansione di questo mercato. La legge prevede che le nuove proprietà non possano essere messe sul mercato degli affitti turistici, e che i proprietari di case già autorizzate dovranno rispettare rigidi requisiti nei prossimi cinque anni, inclusa la possibilità per i vicini di opporsi alle licenze .

Il problema del sovraturismo non è limitato solo alle Canarie. Altre destinazioni spagnole come Barcellona, Maiorca e Malaga hanno assistito a simili proteste contro il turismo di massa, con la popolazione locale che chiede misure per proteggere le loro case e la loro qualità di vita. Recentemente, a Barcellona, i manifestanti hanno spruzzato acqua sui turisti e bloccato le strade principali per richiamare l’attenzione su un fenomeno che sembra fuori controllo .
La pressione sul governo è forte e la necessità di bilanciare l’afflusso turistico con la sostenibilità sociale ed ecologica è ormai improrogabile. La sfida è chiara: trovare un nuovo modello di sviluppo turistico che non impoverisca ulteriormente il territorio e non allontani chi, quell’isola, la chiama casa. Anche se, come fanno notare molti esperti di turismo, quelle isole si sono arricchite per decenni quasi esclusivamente grazie al turismo di massa, favorito dal clima mite tutto l’anno e da una buona qualità di vita.
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