Zuckerberg rilancia: addio fact-checking per le piattaforme di Meta

Di
Matteo Cerri
8 Gennaio 2025

Meta, la società madre di Facebook, ha annunciato la fine del suo programma di fact-checking con terze parti, optando invece per un sistema in cui gli utenti segnaleranno le informazioni false. Questa decisione arriva mentre la piattaforma si prepara al ritorno di Donald Trump come presidente degli Stati Uniti.

 

Il CEO di Meta, Mark Zuckerberg, ha dichiarato che l’azienda permetterà una maggiore libertà di espressione, rimuovendo restrizioni su alcuni argomenti del discorso pubblico e concentrandosi su violazioni illegali e di grave entità. Ha affermato: “È tempo di tornare alle nostre radici sulla libera espressione su Facebook e Instagram“.

Inoltre, Meta adotterà un modello di “note della comunità”, simile a quello utilizzato da X (precedentemente Twitter) di Elon Musk, che consente agli utenti di aggiungere contesto a post controversi o fuorvianti. Questo sistema sarà inizialmente implementato solo negli Stati Uniti.

 

Zuckerberg ha riconosciuto che questi cambiamenti potrebbero comportare una riduzione nella rimozione di contenuti inappropriati, ma ritiene che il compromesso sia valido per diminuire il numero di post rimossi erroneamente. Ha aggiunto che Meta modificherà i suoi sistemi per ridurre drasticamente la quantità di contenuti rimossi automaticamente dalle sue piattaforme.

Come parte di queste modifiche, Meta trasferirà il suo personale di moderazione dei contenuti dagli Stati Uniti dalla California al Texas, con l’obiettivo di costruire fiducia operando in luoghi con minori preoccupazioni riguardo a potenziali bias dei team.

 

Queste decisioni hanno suscitato critiche da parte di sostenitori della sicurezza online.

Meta ha introdotto il fact-checking con terze parti nel 2016 per affrontare le critiche sulla diffusione di disinformazione su Facebook. Ora, l’azienda afferma di spendere miliardi di dollari all’anno per i suoi sistemi di sicurezza, impiegando decine di migliaia di persone in tutto il mondo. Tuttavia, Zuckerberg ha accusato i governi e i media tradizionali di spingere l’azienda a censurare sempre di più. Ha sottolineato inoltre l’intenzione di collaborare con l’amministrazione Trump per contrastare i governi di tutto il mondo che cercano di censurare le aziende americane, citando regimi restrittivi in Cina e America Latina, oltre a evidenziare un numero crescente di leggi europee che, a suo avviso, istituzionalizzano la censura e rendono difficile l’innovazione.

 

 

 

 

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