Il nuovo governo americano spinge sull’anti-invecchiamento: innovazioni scientifiche e interessi politici convergono
La scienza della longevità sta vivendo una fase di grande attenzione negli Stati Uniti, grazie al nuovo governo guidato dal presidente Donald Trump. Le persone da lui scelte per i principali incarichi sanitari hanno legami diretti con il settore anti-invecchiamento e, in alcuni casi, sono loro stessi consumatori di trattamenti innovativi. Scienziati e imprenditori sperano che questa apertura politica faciliti lo sviluppo di terapie anti-invecchiamento e aumenti i finanziamenti pubblici per la ricerca.
Cos’è la longevità scientifica?
Il settore della longevità si occupa di studiare modi per rallentare, arrestare o addirittura invertire il processo di invecchiamento. Si tratta di un’area che include l’uso di integratori, terapie sperimentali, farmaci già approvati per altri scopi e persino tecnologie come le infusioni endovenose. Queste pratiche, una volta considerate marginali, stanno diventando sempre più diffuse grazie a medici, esperti di salute e personaggi mediatici.
James Peyer, amministratore delegato di Cambrian Bio, un’azienda biotecnologica specializzata nella longevità, afferma: “La scienza sull’invecchiamento ha raggiunto un punto di svolta: è troppo importante per essere ignorata da qualsiasi governo.”
Le figure chiave del nuovo governo americano
Uno dei nomi più rilevanti è quello di Robert F. Kennedy Jr., scelto per guidare il Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani (HHS). Kennedy ha dichiarato in passato di seguire un rigoroso protocollo anti-invecchiamento, assumendo numerosi integratori e adottando strategie all’avanguardia. Durante un’intervista del 2023 con il noto podcaster americano Joe Rogan, Kennedy ha confermato di aver provato NAD+, un integratore popolare tra gli appassionati di longevità.
Un altro protagonista è Bryan Johnson, un imprenditore e “biohacker” noto per il suo programma di longevità estremo, documentato anche su Netflix. Johnson promuove lo slogan “Don’t Die” (Non morire) e sostiene di voler rendere gli Stati Uniti “il paese più sano del mondo.” È un amico personale di Kennedy, e insieme condividono l’obiettivo di una “America Sana” (slogan abbreviato in MAHA).
Tra le figure proposte per ruoli chiave spicca anche Jim O’Neill, nominato vice ministro della sanità. O’Neill è stato un pioniere della ricerca sull’anti-invecchiamento come amministratore delegato della SENS Research Foundation, un’organizzazione no-profit che finanzia studi per invertire il processo di invecchiamento. Ha criticato apertamente gli ostacoli burocratici che rallentano l’innovazione medica.
Infine, Marty Makary, chirurgo della Johns Hopkins University e designato per guidare la FDA (l’ente regolatorio americano per alimenti e farmaci), è stato elogiato da scienziati di punta come David Sinclair, uno dei principali ricercatori della longevità. Makary sostiene che ci siano solide basi scientifiche per trattamenti in grado di rallentare o invertire l’invecchiamento.
Obiettivi per il futuro
Gli esperti della longevità vedono questa amministrazione come un’opportunità unica per superare le barriere che finora hanno limitato il settore. Tra i desideri principali c’è la velocizzazione del processo di approvazione dei farmaci, maggiori incentivi per la ricerca e un’enfasi sulla prevenzione, anziché sulla cura delle malattie.
Al momento, nessun farmaco è ufficialmente approvato dalla FDA per trattare l’invecchiamento, poiché non è ancora classificato come una malattia. Tuttavia, i ricercatori sperano di cambiare questa visione, rendendo più semplice testare e commercializzare terapie anti-invecchiamento.
Un esempio concreto è il farmaco metformina, già usato per il trattamento del diabete, che potrebbe anche rallentare l’invecchiamento. Uno studio clinico è attualmente in corso per valutare i suoi effetti su persone non diabetiche. Eric Verdin, direttore del Buck Institute for Research on Aging, afferma: “Riutilizzare farmaci già approvati è un modo per scoprire nuovi benefici senza generare costi insostenibili.”
Cosa significa per il resto del mondo?
Sebbene questi sviluppi siano al momento circoscritti agli Stati Uniti, i progressi nella ricerca sulla longevità potrebbero avere un impatto globale, influenzando politiche sanitarie e nuovi trattamenti in altri paesi, Italia inclusa. La possibilità di rallentare o invertire l’invecchiamento non è più un sogno fantascientifico, ma una frontiera scientifica che potrebbe ridefinire il modo in cui pensiamo alla salute e all’età.
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