Adidas litiga con Kanye West

Adidas litiga con Kanye West

Di
Ilena Ilardo
23 Marzo 2023

Le nuove calzature Adidas lanciate la scorsa settimana, prodotte utilizzando rifiuti di plastica reinventati, hanno l’ambizioso intento di “impedire alla plastica di inquinare il nostro oceano”. Mentre il brand a tre strisce strizza l’occhio al mondo dell’abbigliamento etico e sostenibile, un’altra domanda sorge spontanea: cosa ne farà Adidas di tutte le sneaker Yeezy rimaste invendute dopo la rottura con Kanye West?

Il lancio della nuova linea è avvenuto a una settimana dall’annuncio di Adidas di prevedere risultati finanziari ‘stonati’ per il 2023. Il quarto trimestre del 2022 avrebbe infatti registrato un calo degli utili in seguito a delle vicissitudini che con l’etica hanno, a dire il vero, molto a che fare.

Adidas ha dichiarato che taglierà i dividendi per l’intero anno del 79 per cento a €0.7 centesimi, dopo aver ribadito l’avvertimento del mese scorso di una perdita operativa di circa €700m nel 2023. La prima perdita annuale dell’azienda in 31 anni avverrebbe dopo la conclusione, nel 2022, della collaborazione con Kanye West – e la sua iconica linea di sneaker Yeezy – in seguito a dei commenti antisemiti pubblicati dal rapper sul suo profilo Twitter.

Secondo un comunicato di Adidas, la decisione di troncare i rapporti con il rapper di Atlanta – conosciuto anche come “Ye” – sarebbe costata al gigante dell’abbigliamento sportivo circa €1.2 miliardi. Se ne potrebbero andare ad aggiungere ulteriori €500m se Adidas decidesse di disfarsi delle sneaker Yeezy invendute.

Bjørn Gulden, amministratore delegato di Adidas da inizio 2023 – precedentemente in Puma per dieci anni – ha detto la settimana scorsa di voler vendere i prodotti Yeezy rimasti in magazzino e donare il profitto in beneficenza. Gulden ha escluso altre opzioni come bruciarli, regalarli a paesi come la Turchia o la Siria o cambiare il nome dei prodotti.

Lo scorso ottobre, West si era ritrovato al centro di una bufera mediatica dopo aver scritto su Twitter che avrebbe voluto “alzare al livello 3” lo stato di allerta americano nei confronti della comunità ebraica. Ha poi aggiunto di non potere essere additato come antisemita in quanto “anche le persone nere sono in realtà ebree”.

Il marchio tedesco ha definito i commenti di West “inaccettabili, pieni di odio e pericolosi”, ponendo fine alla collaborazione iniziata nel 2013 – una decisione che ha scatenato una diminuzione di più del 10 per cento del valore delle sue azioni nello stesso mese.

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