Stanco di lavorare a Milano, Antonio Carrozza scopre che gli Usa sono il maggior consumatore di gelato al mondo. Così molla tutto e va in Florida…
«Lavoravo a Milano nel settore bancario, ma a un certo punto ero stanco. Volevo fare qualcosa che coinvolgesse le mie passioni. Scartata Milano perché satura, ho notato che Miami era promettente, sia perché gli Usa sono il maggior consumatore di gelato al mondo sia per la percezione di qualità di cui gode il Made in Italy» esordisce Antonio Carrozza, 40 anni, pugliese trapiantato a Milano, che nel febbraio 2014 ha aperto a Miami con tre soci Latteria Italiana: propone gelato, formaggi e vari prodotti da banco italiani.
Dall’idea all’impresa: come hai fatto?
«Con i miei soci (Marco Pavone, Francesca Pisano, Iesus De Luca) ho selezionato piccoli produttori, per proporre alimenti introvabili al supermercato e di eccellenza (pistacchi della Sicilia, nocciole del Piemonte..). Nel frattempo sono stato diverse volte sul posto, per accertare la validità della mia decisione, prendere nota dei diversi flussi stagionali e avviare il locale in concreto».

Con che Visto?
«Un Visto di soggiorno di tipo E, per commercio o investimento, che va richiesto a ridosso dell’apertura dell’attività, e comporta la presenza di documenti come un contratto di affitto già firmato, l’acquisto di macchinari, l’assunzione già perfezionata di personale».
Quanto hai investito?
«370mila euro».
Quali i vantaggi dell’intraprendere a Miami?
«Il sistema si basa su un atteggiamento di collaborazione nei confronti dell’impresa: gli ispettori forniscono consigli e poi tornano, per constatare l’applicazione di quanto indicato. Così si evitano quelle multe che sono la norma in Italia. Inoltre, tutte le norme sono spiegate online con grande chiarezza e c’è la possibilità di pagare tutto sul Web, evitando code e spostamenti. L’Iva è più bassa e così le imposte sull’impresa. Le tasse non devono essere pagate in anticipo ma solo su quanto incassato».
Oltre alle gelaterie, altre opportunità?
«Innanzitutto l’immobiliare: qui costruiscono in tempi velocissimi e in breve creano nuove zone che subito sono lanciate con iniziative nel commercio, nella ricettività, nella ristorazione. Ne è un esempio Midtown, che ospita la fiera Art Basel ed è in piena espansione. Anche la ristorazione è un buon affare: qui si mangia a tutte le ore. Altri settori molto attivi sono la nautica e il design».
Cosa ami di Miami?
«Il fermento che c’è. L’arte regna ovunque. Mi piace molto la cultura afro che regna fuori città e non si interseca con quella del centro».
INFO: www.latteriaitaliana.com
Questo è un estratto dell’inchiesta su come vivere, fare business e trovare lavoro a Miami, pubblicata su Millionaire in edicola.
Redazione