Entro la fine di novembre aprirà a Milano il settimo locale di Basho. Il concept nasce in Calabria 8 anni fa dall’idea del suo fondatore Michele Giglio. Dopo il suo successo in Italia, il suo fondatore ha in piano di crescere anche all’estero e ha già ricevuto l’interesse da parte di un fondo pronto a condividere i valori del brand. Il founder, Michele Giglio, ha ideato Basho, mettendo al centro il sushi interpretato in chiave fusion. “Parlare di sushi sarebbe riduttivo – sottolinea – la nostra cucina unisce l’arte culinaria giapponese, brasiliana ed europea, nonché le tecniche che ho appreso viaggiando per il mondo”.
Classe 1994, Giglio apre il suo primo locale alla fine del 2015: “Siamo partiti dalla Calabria, mia terra di origine, e poi ci siamo espansi al sud – ricorda – Oggi abbiamo quattro ristoranti tra Catanzaro, Cosenza, Pietragrande (Catanzaro) e Soverato (Catanzaro), uno a Bari e un altro a Catania. Il passo verso il nord era maturo e doveroso”.
“I nostri sono locali di lusso, in cui la parola d’ordine è qualità – prosegue – Chi frequenta Basho deve vivere sempre la stessa esperienza ed è per questo motivo che abbiamo un’academy dove gli chef seguono due mesi di training durante i quali assimilano la cultura del concept Basho. Inoltre, all’interno dell’azienda abbiamo una fashion designer che ci disegna i piatti, nulla è lasciato al caso”.
Dal primo giorno Michele Giglio mantiene sempre lo stesso schema, ossia quello di affiancarsi per mesi ai manager che, una volta autonomi, guideranno il locale esattamente come farebbe lui. “Non mi interessa la formula del franchising – precisa – Non ho soci, ma solo dipendenti. Con l’apertura milanese, che prevede l’ingresso di altri 30 figure professionali, arriveremo a 100 collaboratori”.
“Quello che potrebbe essere interessante per il nostro brand – aggiunge – è l’ingresso nella compagine di un fondo, a patto però che condivida i nostri valori. Ci contraddistingue l’inclusività, tanto che l’80% delle persone che lavorano con noi sono straniere, non abbiamo alcun tipo di preconcetto”.
Il locale milanese sorgerà in via Valtellina, nel quartiere Isola e consta in uno spazio di 500 metri quadrati, suddivisi in cinque sale. Nel locale vi è anche un club privé, al quale si accede da particolari porte che si fondono con l’arredo del locale.
Teniamo moltissimo a questa apertura e pertanto non abbiamo badato a spese, abbiamo investimento 4 milioni – argomenta Giglio – “Questo locale è la massima espressione del nostro progetto”.
Guardando al domani, Giglio punta all’estero, in particolare a Parigi: “Stiamo valutando le dinamiche di mercato, ma prima di fare il passo oltre confine vogliamo vedere come sarà accolto il nostro marchio nella città meneghina – conclude – Milano è il nostro trampolino di lancio per l’Europa”.
