Caro affitti, gli under 40 ormai considerano il co-living come la nuova normalità.

Di
Marco Fontana
28 Maggio 2024

Gli italiani tra i 23 e i 40 anni si trovano ad affrontare una sfida sempre più pressante: l’accesso alla casa. I prezzi alle stelle degli immobili, uniti alla precarietà economica e lavorativa, rendono il sogno di una casa di proprietà per molti un miraggio lontano. In questo scenario, la coabitazione, un tempo vista come una soluzione temporanea, sta assumendo i contorni di una scelta di vita duratura.

Un quadro preoccupante: tra precarietà e barriere all’acquisto

Secondo la ricerca “Collaborare e abitare. Il diritto alla casa nelle metropoli per le nuove generazioni”, realizzata da Fondazione G. Feltrinelli con il supporto di Fondazione Cariplo, ben il 42% degli under 40 in affitto considera la precarietà economica e lavorativa come un fattore determinante nella scelta di affittare una casa. Un dato che rivela la difficoltà per i giovani di costruire un futuro stabile e di programmare l’acquisto di un’abitazione.

A questa precarietà si aggiunge l’ostacolo rappresentato dalle barriere di reddito: per il 42% degli intervistati, infatti, il costo elevato degli immobili rende impossibile accedere al mercato immobiliare. Una situazione che spinge molti giovani a ripiegare su soluzioni alternative, come la coabitazione.

Coabitare: non solo una soluzione temporanea

La coabitazione, intesa come condivisione di uno spazio abitativo con altre persone, non è più vista solo come una fase transitoria verso l’indipendenza. Per molti under 40, rappresenta una scelta consapevole e duratura, un modo per ottimizzare le risorse e vivere in modo più sostenibile.

L’indagine condotta da Fondazione G. Feltrinelli evidenzia un crescente interesse verso l’abitare collaborativo: il 41% dei giovani intervistati si dichiara interessato a sperimentare questa modalità abitativa. Un dato che conferma l’emergere di nuovi modelli di convivenza, basati sulla collaborazione, sulla condivisione e sulla mutualità.

Verso un futuro di coabitazione diffusa?

L’interesse verso l’abitare collaborativo apre nuove prospettive per il futuro dell’abitare. La coabitazione potrebbe diventare una soluzione strutturale per molte famiglie e individui, contribuendo ad alleviare il problema dell’accesso alla casa e a promuovere modelli di vita più sostenibili e inclusivi.

Tuttavia, per favorire la diffusione dell’abitare collaborativo è necessario un impegno da parte delle istituzioni e degli operatori del settore. Occorre creare le condizioni affinché questa scelta sia accessibile e sicura, promuovendo progetti di cohousing e favorendo la nascita di reti di supporto per i coabitanti.

Perché se è vero che comprare casa è proibitivo e affittare non da meno, è anche vero che ci sono ancora poche soluzioni di co-living organizzate in modo da essere flessibili e al tempo stesso stabili e ci sono non poche aree ‘grigie’ a livello normativo.

Il futuro dell’abitare è nelle mani delle nuove generazioni

La ricerca “Collaborare e abitare” offre un quadro preoccupante della situazione abitativa dei “giovani” italiani, ma allo stesso tempo apre nuove prospettive per il futuro. L’emergere di modelli di coabitazione fluidi e collaborativi rappresenta un’opportunità per ripensare il modo di vivere gli spazi abitativi e per costruire città più inclusive e sostenibili.

Il futuro dell’abitare è nelle mani delle nuove generazioni, pronte a sperimentare nuove modalità di convivenza e a ridefinire i confini della casa. Un futuro che si preannuncia ricco di sfide, ma anche di grandi opportunità.

 

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