Cripto di stato

Fatti un selfie con i tuoi soldi prima di non vederli più

Di
Melania Guarda Ceccoli
17 Settembre 2022

Più della metà delle banche centrali mondiali sta sviluppando valute digitali: fino a dove la tecnologia ci aiuterà e quando invece prenderà il sopravvento?

Una volta esisteva la paghetta. 10mila lire a settimana, diventati in un attimo 10 euro. Poi si è passati alla carta ricaricabile e infine alla App della banca, così non si porta più in giro nemmeno il portafogli. Troppo pesante da mettere in tasca e soprattutto lo spazio è tutto occupato dal telefono, sempre più grande.

Poi è arrivata la criptovaluta, che sta attecchendo sì, soprattutto i più giovani, ma che al momento spaventa ancora un po’… questi soldi che fluttuano nell’etere. Ma se ci pensasse la banca a creare una “moneta virtuale”?

Le valute digitali conquistano terreno

Più della metà delle banche centrali mondiali stanno sviluppando, o almeno esplorando, valute digitali. Secondo il rapporto del Fondo monetario internazionale (FMI), a luglio 2022, sono in fase di ricerca o sviluppo in tutto il mondo quasi 100 valute digitali delle banche centrali (CBDC). Le valute digitali delle banche centrali (CBDC) sono versioni digitali di contanti emesse e regolamentate dagli stessi istituti di credito.

CBDC sta per Central Bank Digital Currency e rappresenta la forma digitale della moneta legale di una nazione (valuta sostenuta dalla fiducia o dalla fede nel Governo di regolamentazione). In quanto tale, è controllata direttamente dalla banca centrale del Paese ed è sostenuta dal credito nazionale e dal potere del Governo. Il Fondo Monetario Internazionale (FMI), costituito nel 1944, ha sede a Washington DC ed è composto da 190 Paesi che mirano a promuovere la cooperazione monetaria globale.

 

I passi da fare

Il FMI ha affermato che la CBDC può creare una maggiore flessibilità per i sistemi di pagamento nazionali, promuovere la concorrenza, facilitare l’accesso ai fondi, migliorare l’efficienza dei pagamenti e quindi ridurre i costi di transazione. Le CBDC possono anche aumentare la trasparenza dei flussi di denaro.
Oltre a promuovere l’inclusione finanziaria, i principali esperti sostengono che le CBDC possono creare una maggiore resilienza per i sistemi di pagamento nazionali e promuovere una maggiore concorrenza, il che può portare a un migliore accesso al denaro, aumentare l’efficienza nei pagamenti e, a sua volta, ridurre i costi di transazione. Le CBDC possono anche migliorare la trasparenza nei flussi di denaro e potrebbero aiutare a ridurre la sostituzione di valuta (quando un Paese utilizza una valuta straniera in aggiunta o al posto della propria). E se poi si spegnesse il computer?

 

Ma in un mondo dove siamo tutti connessi, tutto il giorno, dove in alcune scuole inglesi pagano il pranzo con il riconoscimento facciale o con l’impronta digitale, in un mondo dove tutto è in Rete, se poi quella Rete dovesse spegnersi? Perché se è vero che Russia e Cina stanno cercando di combattere il dollaro, se le stesse banche potessero decidere per una moneta virtuale, chi potrebbe rendere sicure le transazioni, i conti, la privacy di ognuno?  O se, ancora peggio, quelle stesse banche decidessero con un semplice clic di eliminare il nostro account, quindi i nostri soldi?

 

Guardando al futuro

Nel film In Time di Andrew Niccol, del 2011, nella pellicola fantascientifica con Justin Timberlake e Amanda Seyfried, i due si ritrovavano a correre, letteralmente contro il tempo, per rimanere in vita. Perché? Perché in quel non troppo lontano 2169, gli uomini si ritrovavano a pagare tutto con il proprio tempo, il bene più prezioso.

Forse un giorno ci ritroveremo anche noi con un grosso chip nel braccio che scandisce il nostro tempo, ossia i nostri soldi. C’è chi si è fatto impiantare il chip per aprire la portiera della Tesla, c’è chi, come Patrick Paumen può pagare usando la sua mano perché nel 2019 gli è stato iniettato un microchip di pagamento contactless sotto la pelle. L’azienda anglo-polacca Walletmor afferma che l’anno scorso è diventata la prima azienda a metterli in vendita.

“L’impianto può essere utilizzato per pagare un drink sulla spiaggia di Rio, un caffè a New York, un taglio di capelli a Parigi o al negozio di alimentari locale” afferma il fondatore e amministratore delegato Wojtek Paprota. “Può essere utilizzato ovunque siano accettati pagamenti contactless.”

 

Il chip da 1 grammo

Il chip di Walletmor, che pesa meno di 1 grammo ed è poco più grande di un chicco di riso, è composto da un minuscolo microchip e un’antenna racchiusa in un biopolimero, un materiale di origine naturale, simile alla plastica. Per molti di noi, l’idea di avere un simile chip impiantato nel nostro corpo è spaventosa, ma un sondaggio del 2021 su oltre 4.000 persone nel Regno Unito e nell’Unione europea ha rilevato che il 51% lo prenderebbe in considerazione. Fino a dove la tecnologia ci aiuterà e quando invece prenderà il sopravvento?

logo-footer

Direttore responsabile: Donato Parete     

Editore: Millionaire.it Srl – Indirizzo: Largo della Crocetta, 2 20122 Milano (MI) Italia

Partita IVA: 12498200968 – Numero iscrizione ROC: 38684

Hosted by Kinsta

© 2025 millionaire.it.
Millionaire
Panoramica privacy

Questo sito Web utilizza i cookie in modo che possiamo offrirti la migliore esperienza utente possibile. Le informazioni sui cookie sono memorizzate nel tuo browser e svolgono funzioni come riconoscerti quando ritorni sul nostro sito Web e aiutare il nostro team a capire quali sezioni del sito Web ritieni più interessanti e utili. Clicca per consultare la nostra Privacy Policy

Se disattivi completamente i cookie, potresti disabilitare alcune funzionalità del sito. Anche con tutti i cookie disabilitati, il tuo browser continuerà a memorizzare una piccola quantità di informazioni, necessarie per le funzionalità di base del sito.

I cookie scaricati dal presente sito avranno una validità di 12 mesi, periodo dopo il quale verrà nuovamente richiesta la tua espressione di consenso.
Qualora tu chiuda il banner mediante la “x”, senza indicare la tua accettazione o meno dei cookie di profilazione, il consenso potrà esserti richiesto nuovamente dopo un periodo non inferiore ai 6 mesi. Anche nel caso in cui tu abbia negato il consenso all’utilizzo dei cookie, non potrà esserti richiesto nuovamente se non siano trascorsi almeno 6 mesi da quando hai effettuato la scelta.

Il consenso potrà invece esserti di nuovo richiesto quando mutino significativamente le condizioni del trattamento (ad. es. nuove terze parti coinvolte), o se sia impossibile per il sito sapere se i cookie siano già stati memorizzato sul dispositivo (es. se scegli di cancellare i cookie installati sul tuo dispositivo).

E’ possibile in ogni caso consultare e modificare tale espressione in qualunque momento attraverso questa pagina.