Emanuele Lispi

Imprese hi-tech “senza attrito”

Di
Giampaolo Colletti
7 Marzo 2019

Si diffonde l’ossessione alla semplificazione. Così ha scritto il New York Times, parlando di frictionless. E anche i wwworkers all’italiana propongono soluzioni vincenti.

Un mondo senza attrito. Può sembrare un paradosso, ma in questi anni connessi e accelerati, il mondo è sempre più frictionless. Così ha scritto il New York Times in un pezzo di Kevin Roose che ha fatto il giro del mondo. L’analisi racconta la tendenza a semplificare l’impatto della tecnologia sulle esperienze dei consumatori, oggi sempre più utenti connessi in mobilità. E lancia un allarme. Se si elimina l’attrito, cioè se il contatto tecnologico diventa più facile, più veloce, ciò comporta anche problemi di privacy e sicurezza. “Le tecnologie manifestano sempre più elementi di semplicità e velocità. Chiamare un autista con Uber, ordinare una pizza con Just Eat, pagare con Apple Pay, prenotare su Airbnb o fare shopping su Amazon: la tecnologia è diventata troppo facile da usare?” si è chiesto Roose.

UN LETTO HI-TECH SU MISURA

Emanuele Lispi

Le tecnologie semplificate arrivano anche nel cuore verde d’Italia, in Umbria. Siamo a Città della Pieve, storico avamposto medievale nella provincia di Perugia. Terra di confine con la Toscana, legata al lavoro artistico e alle officine del ferro battuto. Qui lavora Emanuele Lispi, 29enne artigiano forgiatore, impegnato con la sua azienda di famiglia di artigiani del ferro. La sua impresa è arrivata alla quarta generazione e realizza prodotti di arredamento unici: letti a baldacchino con incastri forgiati e lavorazione del ferro a caldo. E ora guarda al digitale come un’opportunità. Su Lispi.it è possibile ammirare le creazioni. E grazie a un configuratore parametrico, si possono personalizzare le soluzioni. «È possibile cambiare in tempo reale tipologie e modelli e poi richiedere un preventivo per il successivo acquisto online».

IL PASTICCIERE IN CLOUD

Dario Loison

In Veneto invece c’è una storica azienda dolciaria che ha investito sulle tecnologie digitali. E la sua storia è una di quelle raccontate nel nuovo libro G-Factor, edito da Egea (un viaggio tra le aziende che hanno avuto successo lavorando con Google e la sua tecnologia). Si tratta della famiglia Loison, maestri dolciari dal 1938. Siamo a Costabissara, 7mila abitanti nell’hinterland vicentino. Oggi l’impresa ha 30 dipendenti, fattura 9 milioni di euro e vende in 50 Paesi del mondo.

«Sin da giovane ho iniziato a girare il mondo. Questo mi è stato utilissimo quando a febbraio del 1996 ho aperto il mio primo sito Internet. Ricordo la prima vendita importante: 600 panettoni spediti in Svezia, acquistati da un’associazione di italiani residenti a Örebro» dice Dario Loison, a capo dell’azienda dal 1992. È stato lui a capire subito l’importanza di Internet: «Siamo piccoli, ma siamo una no-sleeping company. Abbiamo investito nel cloud e siamo in grado di fare l’analisi previsionale del venduto e capire quanto sarà necessario produrre a Natale o Pasqua». Il laboratorio di Dario si è trasformato in un caso di successo su YouTube, grazie a una originale presenza sulla piattaforma di videosharing. L’azienda ha un proprio canale attivo da 10 anni, sul quale sono caricati oltre 150 video di promozione, formazione, racconto, condivisione.

Tratto da Millionaire di febbraio 2019. 

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