Italia: Il Garante della Privacy blocca ChatGPT

Italia: Il Garante della privacy blocca ChatGPT

Di
Melania Guarda Ceccoli
31 Marzo 2023

Il Garante per la protezione dei dati personali blocca ChatGPT con effetto immediato. L’Italia diventa così il primo Paese occidentale a bloccare il chatbot avanzato. Il motivo? Sembra che il più noto tra i software di intelligenza artificiale relazionale, creato dalla startup statunitense OpenAI, abbia problemi di privacy.

ChatGPT e la privacy

Nel provvedimento, il Garante rileva la mancanza di un’informativa agli utenti e a tutti gli interessati i cui dati vengono raccolti da OpenAI, ma soprattutto l’assenza di una base giuridica che giustifichi la raccolta e la conservazione massiccia di dati personali. Era la fine di novembre 2022 quando milioni di persone hanno cominciato ad utilizzare ChatGPT per porre domande a questa intelligenza artificiale che risponde utilizzando un linguaggio naturale, simile a quello umano.

Il 20 marzo ChatGPT aveva subito una perdita di dati (data breach) riguardanti le conversazioni degli utenti e le informazioni relative al pagamento degli abbonati al servizio a pagamento.

ChatGPT e il problema con i minori

Ma il problema non si limita “solo” a questo. Secondo i termini pubblicati da OpenAI, il servizio è rivolto solo ai maggiori di 13 anni, ma non c’è nessun filtro iniziale per la verifica. Questo porterebbe alla possibilità di ricevere risposte assolutamente inidonee rispetto al grado di sviluppo e autoconsapevolezza di chi lo sta utilizzando.

La paura di essere superati dall’AI

All’inizio di questa settimana più di mille figure chiave della tecnologia, tra cui Elon Musk, hanno chiesto la sospensione di almeno 6 mesi per questi tipi di sistemi di intelligenza artificiale con il timore che crescano fuori controllo. In questa petizione, pubblicata sul sito Futureoflife.org, imprenditori e accademici chiedono una moratoria fino alla creazione di sistemi di sicurezza.

“Il chatbot immagazzina – o, almeno, può immagazzinare – una conoscenza globale su centinaia di milioni di persone in giro per il mondo, sul loro modo di pensare, sulle domande che si pongono, sulle loro ansie, paure e preoccupazioni. – diceva Guido Scorza, componente del Garante per la protezione dei dati personali a gennaio – Nessun terrorismo psicologico e nessun invito a smettere di sperimentare, ma non dimentichiamoci che Chat GPT-3 non è un nostro amico, ma un prodotto commerciale realizzato da imprenditori.”

Cosa succederà

Il Garante ha affermato che non solo bloccherà il chatbot di OpenAI, ma indagherà anche se è conforme al regolamento generale sulla protezione dei dati. L’annuncio arriva mentre l’Europol lunedì ha avvertito che i criminali erano pronti a sfruttare i chatbot di intelligenza artificiale come ChatGPT per commettere frodi e altri crimini informatici.

OpenAI, che non ha una sede nell’Unione Europea, ha designato un rappresentante nello Spazio economico europeo che dovrà comunicare entro 20 giorni le misure intraprese in attuazione di quanto richiesto dal Garante, pena una sanzione fino a 20 milioni di euro o fino al 4% del fatturato globale annuo.

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