INTERVISTA ESCLUSIVA: Può essere disarmante incontrare Germano Lanzoni.
Lui si definisce come “giullare contemporaneo”. Ti aspetti di parlare con un pirla (termine usato da lui, ma in milanese non è necessariamente offensivo) e ti colpisce per la profondità di certi passaggi. Roba da far arrossire certi guru che dal palco cercano di venderci la qualunque con una seriosità e autoreferenzialità fumosa. Lui invece dal palco, facendoci ridere, ci ricorda la bellezza della creatività imprenditoriale, fatta di processi, errori, auto ironia e… fatturato!

«Sì, mi piace definirmi giullare contemporaneo per dare una sorta di continuità storica alla figura dell’osservatore irriverente. Ogni luogo, ogni civiltà ogni cultura ha avuto bisogno di figure irriverenti, come specchi deformanti che permettano a noi, da questa parte, di vedere i nostri vizi e virtù capovolti. Come se la comicità fosse un rito collettivo di umiltà. È una grande fortuna il poter osservare la realtà e coglierne le incongruenze in questo mondo e su quello riuscire a far divertire la gente – e poi anche farti pagare».
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