La finanza italiana è al femminile! Una notizia che non ti aspettavi.

La finanza italiana è al femminile! Una notizia che non ti aspettavi.

Di
Redazione Millionaire
19 Gennaio 2024

In Europa, l’Italia si posiziona al secondo posto per la presenza femminile nei consigli di amministrazione (Cda) delle aziende del settore finanziario e assicurativo, con una percentuale del 43,5%. La Francia guida la classifica con il 46,6% di donne nei Cda. Seguono i Paesi Bassi (42,2%), la Germania (39,7%) e la Spagna (39,4%). Tuttavia, nel 2023 si è registrato un calo nelle nuove nomine femminili nei Cda delle istituzioni finanziarie europee, scendendo al 44% rispetto al 51% del 2022. Questo decremento si confronta con l’incremento degli anni precedenti e con il progressivo avvicinamento al raggiungimento della soglia del 40% per i posti di amministratore senza incarichi esecutivi occupati da donne, come stabilito dalla Women on Boards Directive che deve essere implementata entro il 2026.

Inoltre, l’EY European Financial Services Boardroom Monitor ha rilevato una crescita significativa delle competenze in ambito tecnologico e sostenibilità tra i nuovi membri dei consigli di amministrazione in Italia. Nel 2023, il 36% dei consiglieri nominati aveva esperienza nel settore tecnologico (rispetto al 19% dell’anno precedente), e il 24% possedeva competenze in ambito ESG/sostenibilità. Questi dati riflettono una tendenza all’innovazione e alla digitalizzazione nel settore finanziario, sottolineando l’importanza della diversità di competenze nei consigli di amministrazione.

Il Parlamento Europeo, in questo contesto, ha adottato una nuova legislazione nota come la direttiva “Women on Boards”, che mira a incrementare la presenza femminile nei consigli di amministrazione. Secondo questa direttiva, entro la fine di giugno 2026, il 40% dei posti di amministratore senza incarichi esecutivi e il 33% di tutti i posti di amministratore dovrebbero essere occupati dal sesso sottorappresentato. Le procedure di selezione dovranno essere trasparenti e basate sul merito, e le società quotate dovranno fornire annualmente informazioni sulla rappresentazione di genere nei loro Cda.

È interessante notare come questo scenario ponga l’Italia in una posizione di rilievo in Europa per la parità di genere nei consigli di amministrazione, nonostante la recente diminuzione delle nomine femminili. Ciò pone delle sfide e delle opportunità significative, specialmente considerando l’importanza crescente delle competenze tecnologiche e di sostenibilità. Questa situazione potrebbe anche essere un punto di partenza per indagare la presenza delle donne nell’imprenditoria e in altre posizioni apicali in Italia.

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