La prima batteria che non inquina è italiana e 100% commestibile

La prima batteria che non inquina è italiana e 100% commestibile

Di
Alessandra Litrico
9 Giugno 2023

Alcuni scienziati dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Milano hanno realizzato la prima batteria al mondo che può essere ingerita in sicurezza.

 

Tutti i giorni utilizziamo device che richiedono la sostituzione frequente di batterie. Al di là dei costi, sono difficili da smaltire e nocive per l’ambiente. D’ora in poi sarà possibile ovviare al problema, dato che un team di scienziati dell’Istituto italiano di Tecnologia di Milano (IIT) ha realizzato la prima batteria al mondo commestibile e ricaricabile.

Il prototipo è stato creato da Mario Caironi, coordinatore del Printed and Molecular Electronics Laboratory. Alcuni dei suoi ingredienti? Vitamina B2, carbone attivo e alghe nori, le stesse che vengono usate per la preparazione del sushi. Il prototipo è descritto nella rivista Advanced Materials e spiana la strada alla nuova generazione di dispositivi elettronici. 

 

Come funziona la batteria commestibile

Per realizzare la batteria viene usata la quercitina come catodo. Si tratta di un estratto che si trova all’interno di capperi e mandorle, mentre la vitamina B2 viene usata come anodo e l’alga nori funge da separatore. Una soluzione acquosa serve da elettrolita e il ruolo del conduttore viene svolto dal carbone attivo.

Infine, la cera d’api ricopre gli elettrodi che vengono collegati a una lamina d’oro commestibile, spesso utilizzata dai pasticceri per realizzare le decorazioni dei dolci. In questo modo, la batteria diventa priva di tossine e più sostenibile. Se viene ingerita non arreca alcun danno e, anzi, potrebbe portare alcuni benefici capaci di fare la differenza.

 

L’impatto in campo medico e alimentare

L’elettronica commestibile è un campo in cui si rende protagonista l’indagine scientifica, anche perché potrebbe avere un impatto molto importante in vari settori, tra cui quello medico. Un esempio? La diagnosi e il trattamento delle patologie del tratto gastro-intestinale, con un intervento tempestivo in via preventiva. Un suo ulteriore utilizzo riguarda il mondo del food, dove potrebbe permettere di monitorare la qualità dei cibi e il loro stato di conservazione. Anche i giocattoli spesso contemplano batterie che richiedono una frequente sostituzione e possono essere ingerite dai più piccoli.

Utilizzando le batterie edibili i bambini non correrebbero alcun pericolo. “Stiamo sviluppando dispositivi con maggiore capacità e dimensioni ridotte”, spiega Caironi. L’interesse per questo progetto va anche oltre, perché potrebbe ispirare i ricercatori per la creazione di accumulatori di grandi dimensioni ricorrendo all’uso di materiali ecocompatibili. In futuro, infine, Caironi ha intenzione di approfondire le interazioni con il cibo, per studiare a fondo anche l’aspetto nutrizionale, oltre a quello legato al gusto. 

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