Le Olimpiadi? le ho vinte a Vigevano

Di
Redazione Millionaire
3 Agosto 2012

Dalla provincia di Pavia, una piccola azienda batte le multinazionali. Merito della determinazione di un elettrotecnico, Francesco Fabbrica, che in un anno ha imposto Jaked. Il costume funziona. E la Federazione italiana nuoto l’ha adottato. Avete presente i delfini?

Tania Cagnotto si tuffa agli Europei di Torino, ai primi di aprile. Vince la medaglia d’oro. Sul suo costume spicca un logo arancione e una scritta bianca: Jaked. Lo stesso simbolo che si era visto alle Olimpiadi di Pechino sul body di Federica Pellegrini, la prima donna del nuoto mondiale o sul costume di Francesca Dallapè. Il marchio di queste guaine acchiappamedaglie ora comincia a conoscerlo anche il grosso pubblico, ma già da un anno corre di bocca in bocca tra allenatori e atleti. Jaked sembra un marchio straniero, ma è assolutamente made in Italy, ha avuto la meglio sui grandi firme, come Arena e Speedo. Il nome è formato dall’inizio dei nomi Giacomo ed Edoardo. Due ragazzi di 11 e 15 anni, nuotatori. Il loro cognome è Fabbrica. Il loro papà, Francesco, è il fondatore di un’azienda di Vigevano che sta ottenendo grandi risultati e rosicchiando in pochi mesi quote di mercato alle grandi multinazionali.

Francesco Fabbrica, 50 anni, perito elettrotecnico, da 20 anni costruisce apparecchiature industriali per produrre tessuti tecnici per abbigliamento: termonastratrici, termosaldatrici. Ci volevano i suoi figli, giovani agonisti, le attese in piscina e le chiacchierate con Patrick Cervizzi, il loro allenatore, per fargli venire l’idea geniale. Realizzare un costume da gara in grado di garantire altissime prestazioni. Un tessuto a base poliuretanica che non presenta cuciture, termosaldato, in modo da per ridurre gli attriti e migliorare le prestazioni in acqua.

«Per anni ho costruito macchine per realizzare la base di altri prodotti. Finalmente, ho fatto io il prodotto finale. Avevo la tecnologia. Ho preparato un progetto e l’ho realizzato. In autosufficienza. Guardavo quei lunghi costumi neri e pensavo che in fondo erano tristi, perché non provare a portare anche un po’ di colore?» racconta Fabbrica. Così si è messo al lavoro all’interno della sua azienda per fare ricerca e realizzare prototipi. Poi ha realizzato test e richiesto le omologazioni dei costumi alla Fédération internationale de Natation. Investimento: 500mila euro circa, comprese le risorse umane e i brevetti. «Su 32 atleti, ne abbiamo vestiti 29. La situazione era complicata dai vari accordi dei singoli con altre aziende sponsor. Ma il prodotto funziona. E la Federazione l’ha adottato». Ora Jaked è partner ufficiale della Fin, il loro sponsor tecnico. Un contratto li lega dalle Olimpiadi del 2008 fino a quelle del 2012 a Londra. Fabbrica è orgoglioso di questo risultato, il massimo possibile in termini di visibilità per un’azienda. Il logo Jaked spiccherà sulle guaine dei nuotatori, dei giocatori di pallanuoto, dei tuffatori.

Ma come ha ottenuto il successo? «Siamo uomini di trincea. Anzi, di bordo vasca. L’attenzione alle esigenze degli atleti, il dialogo continuo con loro e con gli allenatori è stata la scelta vincente».

Fabbrica e il suo staff di 30 persone continuano a lavorare nello stabilimento di Vigevano, dove hanno organizzato un’unità produttiva: ci sono il laboratorio, in cui si progetta, disegna e confeziona ogni capo, poi il capannone e l’officina. Il suo segreto? Lavoro, lavoro e ancora lavoro.  «La mia giornata comincia alle 6.30 e va avanti fino alle 21-21.30, quando sono in azienda. Seguo ogni fase, discuto, decido. E spesso devo viaggiare, per essere presente alle maggiori manifestazioni sportive, tenere i rapporti, stringere relazioni, comunicare il valore del prodotto».

Nel caso del colpaccio con la Fin, però, non è stato Fabbrica a proporsi. «Sono stato contattato da loro. Avevano visto i miei costumi, ne avevano sentito parlare agli addetti ai lavori. E volevano provarli». L’imprenditore ricorda un momento magico che ha dato l’impulso decisivo al passaparola sui prodotti Jaked, quello che li ha fatti guizzare a potenti bracciate fino alle Olimpiadi. Al trofeo Sette Colli di Roma, Campionato nazionale a squadre, nel giugno 2008, alcuni atleti indossavano i costumi di Fabbrica. E i risultati non mancarono. «Dopo una settimana, ho ricevuto la telefonata con cui mi chiedevano di presentarmi a Roma, per parlare con la Federazione».

Il resto, ori olimpici compresi, è sotto gli occhi di tutti. «C’è voluto circa un anno, tra 2007 e 2008, per la fase di test e preparazione dei costumi, che uniscono materiali tecnologici, taglio particolare e confezione. I problemi tecnici sono emersi soprattutto all’inizio: prima il tessuto si rompeva, poi era poco elastico. Dopo i primi mesi di lavoro, le verifiche concrete sono cominciate nel 2008. Il difficile è stato mettere insieme tutto e arrivare fino a oggi, ma ho la testa dura e non mi sono arreso mai». Fabbrica ha fatto appello alla sua forza di volontà e al sostegno della sua famiglia, che lo affianca e vive la nuotata vittoriosa dell’azienda di famiglia come un’avventura esaltante. «L’anno scorso non avrei detto che saremmo arrivati alle Olimpiadi. Per mia moglie Raffaella poteva essere una meta, visto che era una nuotatrice. Pensare che io andavo in montagna!» afferma Fabbrica, che negli anni, però, ha sviluppato una vera passione per vasche e record.

«La mia soddisfazione più grande è sentire che le persone provano stima per le mie competenze, mi circondano di considerazione perché sono riuscito a fare un prodotto che vale. E non mi fermo. Continuo con passione a dedicarmi alla ricerca e allo sviluppo: sto lavorando a nuove soluzioni». L’impegno di Fabbrica non si esaurisce nel prodotto. Sta organizzando una rete commerciale con agenzie e rappresentanti. «Avrò come punti di riferimento atleti o ex atleti o chi lavora a stretto contatto con loro nelle piscine. I nostri clienti sono le società sportive. È presto per dare cifre o fatturati: stiamo lavorando a pieno ritmo per soddisfare tutte le richieste che ci arrivano. Abbiamo clienti negli Stati Uniti, in Spagna, in Inghilterra». INFO: www.jaked.it

Silvia Messa, Millionaire 05/2009

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