daniele manni

«L’istinto vi aiuta a trovare buone idee»

Di
Lucia Ingrosso
27 Novembre 2018

La lezione del prof. innovatore, tra i 12 finalisti dell’Award dei super docenti

Creatività, fiducia, resilienza, collaborazione. Insegnare ai ragazzi delle superiori a fare impresa li rende più forti e li proietta nella vita vera. E nel futuro. Parola di Daniele Manni, docente dell’Istituto Galilei-Costa di Lecce, che destina circa metà delle ore di lezione a materie non convenzionali come innovazione e creatività. «L’obiettivo è stimolare i ragazzi a creare una startup, dall’idea iniziale del prodotto al suo lancio sul mercato. Una minoranza di loro, fra 5 e 15%, ha il fattore S, il fattore startup. Ma imparare a fare impresa serve a tutti: dà concretezza, stimola la creatività, vaccina contro il fallimento».

Manni è abituato a ricevere riconoscimenti. Il più recente è stato trovarsi tra i 12 finalisti del prestigioso Innovation and Entrepreneurship Teaching Excellence Awards, ossia il premio dedicato all’eccellenza didattica in tema di innovazione e imprenditorialità. «Per me già essere fra i 12 è stata una vittoria, anche perché ero l’unico docente di scuola superiore, in mezzo a colleghi universitari».

Le microimprese ideate negli anni dai suoi studenti spaziano: Mabasta (movimento dal basso contro bullismo e cyberbullismo), xCorsi (piattaforma web dedicata alla formazione), Smart Siti (progettazione smart di siti web) e #InBeautyWeTrust (marketing del territorio attraverso la cultura della bellezza).

Come si trova l’idea giusta?

«L’istinto è fondamentale. La mia esperienza 30ennale è utile a fare una prima cernita, anche se poi sbaglio anche io, altrimenti i miei ragazzi sarebbero tutti milionari! Fondamentale che sia realizzabile, non richieda investimenti troppo onerosi o macchinari complessi. Dobbiamo poter partire con le nostre sole forze. Se poi le cose vanno bene e il prodotto si vende sul mercato, reinvestiamo i profitti per crescere».

In che modo sviluppa la creatività dei suoi ragazzi?

Stimolo i ragazzi a partire dalla loro quotidianità, dai problemi, dai desideri. Lascio spazio alle idee più strampalate. E quando qualcuno ride, lo invito a togliere la parte comica e concentrarsi su quella più concreta. Il passo successivo è trovare il talento di ogni studente e incanalarlo nella giusta direzione. Questo permette a ognuno di trovare il suo ruolo (tecnico, comunicatore, venditore), che comunque può cambiare ed evolvere nel tempo».

 Consigli ai suoi colleghi?

«La vera sfida è conquistare i ragazzi, che fuori dalla scuola sono immersi nella multimedialità. Più che sui contenuti, la partita si gioca sulle modalità di insegnamento, che
non possono più essere quelle di 30 anni fa».

Nel 2004, insieme a una collega e a 16 studenti, ha fondato la società cooperativa Arianoa (“aria nuova” nel dialetto locale), una sorta di incubatore e acceleratore di startup giovanili.

INFO: www.i-startup.it, www.arianoa.it

Tratto da Millionaire di ottobre 2018.

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