L’acquisizione da parte di LVMH di una partecipazione del 10% in Double R, la holding che detiene il controllo su Moncler, ha suscitato diverse interpretazioni nel mondo del lusso. Da un lato, c’è chi vede questa mossa come un rafforzamento strategico del marchio italiano, mantenendo saldo il controllo nelle mani di Remo Ruffini, dall’altro, emergono speculazioni su un possibile futuro passaggio di Moncler sotto il controllo del colosso francese.
A dire il vero Moncler nacque proprio in Francia 72 anni fa, ma è negli anni 80′ (icona dei ‘paninari’ milanesi) e con il rilancio definitivo di 20 anni fa, per opera dell’attuale proprietà italiana, che il brand è diventato un player indiscusso e di grande successo del Made in Italy.
Remo Ruffini ha dichiarato che questa partnership offre stabilità a Double R, consentendogli di portare avanti la sua visione di crescita per Moncler, confermando il suo ruolo di principale azionista e preservando l’indipendenza del gruppo. Anche Bernard Arnault, CEO di LVMH, ha sottolineato l’importanza dell’imprenditorialità di Ruffini e il successo di Moncler negli ultimi vent’anni, esprimendo entusiasmo per l’opportunità di supportare l’azienda nel lungo termine.
Tuttavia, molti osservatori del settore vedono questa operazione come parte di una più ampia strategia di espansione di LVMH nel mondo del lusso italiano. Non è la prima volta che il gruppo francese acquisisce partecipazioni in marchi di prestigio italiani, come già avvenuto con Fendi, Loro Piana e Tod’s. Sebbene LVMH abbia ribadito che l’operazione mira a rafforzare Moncler sotto la guida di Ruffini, l’acquisizione di quote in aziende italiane da parte di conglomerati francesi solleva dubbi sul futuro del “Made in Italy” nel mondo del lusso. Molti temono che questo possa portare a una progressiva “francesizzazione” di alcuni dei marchi più iconici del nostro Paese, come è accaduto in passato per altre aziende del settore.
L’investimento di LVMH in Double R offre comunque a Ruffini la possibilità di continuare a definire le strategie del marchio, mentre il gruppo francese guadagna il diritto di nominare membri nei consigli di amministrazione sia di Moncler che della holding. Al di là del significato immediato di questo accordo, alcuni analisti suggeriscono che potrebbe essere un preludio a un’acquisizione completa da parte di LVMH in futuro, in modo simile a quanto avvenuto con altri marchi in cui il conglomerato è entrato inizialmente con partecipazioni di minoranza.
Infine, se da un lato l’accordo consolida Moncler come una delle eccellenze del lusso internazionale, dall’altro alimenta il dibattito sul destino del lusso italiano, sempre più legato ai grandi gruppi stranieri, soprattutto francesi, come dimostrano anche le acquisizioni di Kering e LVMH negli ultimi anni. Il futuro di Moncler e del settore del lusso italiano resta incerto, ma l’impatto di questa mossa sarà osservato con grande attenzione nei prossimi mesi.
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