Proxima Fusion: la promessa di un’energia sostenibile
Il team di Proxima Fusion

Proxima Fusion: la promessa di un’energia sostenibile

Di
Ilena Ilardo
13 Luglio 2023

Tra le sfide del futuro, quella di attingere a nuove fonti di energia è la più pressante. Nella ricerca di una fonte energetica alternativa, una startup europea ha progettato un nuovo “stellarator”. Proxima Fusion punta a costruire questo strumento per sostenere reazioni nucleari di fusione controllata – lo stesso processo che alimenta le stelle – entro il 2030. La settimana scorsa la startup con sede a Monaco di Baviera ha raccolto sette milioni di euro “pre-seed” con l’obiettivo di diventare un campione europeo della fusione: tra gli investitori figurano Plural e UVC Partners, High-Tech Gründerfonds e Wilbe Group. Tra i fondatori, due italiani che hanno investito nella centrale a fusione prima nel suo genere: il direttore operativo Lucio Milanese e l’ad Francesco Sciortino. Poi scienziati e ingegneri dell’Istituto Max Planck per la Fisica del Plasma (IPP), del MIT di Boston e di Google-X. Nel team della startup figura anche un altro italiano, Andrea Merlo. 

 

Come funziona lo Stellarator

Uno stellarator è uno strumento usato per replicare l’energia delle stelle. L’elemento principale alla base del processo è il cosiddetto “quarto stato” della materia, il plasma, un gas sottoposto a un campo elettrico molto elevato. Per rendere possibile la fusione sulla Terra, lo stellarator confina il plasma attraverso dei campi magnetici, utilizzando una “gabbia” magnetica in dispositivi a forma di ciambella. I moderni sistemi di confinamento magnetico possono già raggiungere di routine plasmi a più di 100 milioni di gradi, ovvero 10 volte la temperatura al centro del Sole.

 

Proxima Fusion: la promessa di un’energia sostenibile

 

La sfida di Proxima Fusion

Il progetto della startup bavarese ha le sue origini in Wendelstein 7-X, lo stellarator più avanzato al mondo, che si trova a IPP. Nella fase di progettazione, Proxima ha dovuto fare i conti con delle storiche problematiche relative a questi strumenti di fusione. Gli stellarator sono stati a lungo afflitti da gravi problemi, ad esempio scarso confinamento del plasma ad alte temperature, elevate perdite di particelle prodotte dalla fusione, e basse tolleranze che rendono la costruzione estremamente complessa. 

Ma molte di queste sfide sono state risolte negli ultimi anni, spiega Francesco Sciortino, cofondatore e CEO di Proxima Fusion. «I progressi sperimentali di W7-X e i recenti progressi nella modellazione degli stellarator hanno cambiato radicalmente il quadro», afferma Sciortino, riuscendo a evolversi in “vere e proprie centrali a fusione”. Martin Kubie, che si è unito ai cofondatori della startup dopo un decennio di lavoro nel team McLaren di Formula 1, a Google-X, riconosce il duro lavoro che lo attende: «La fusione è la sfida del nostro tempo. Il nostro compito sarà quello di renderla una realtà commerciale».

 

Articolo pubblicato su Millionaire giugno 2023 che puoi trovare in versione digitale qui

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