StreetBeat

StreetBeat: la piattaforma fintech del momento

Di
Laura Fois
7 Ottobre 2022

La piattaforma di investimento e trading online è passata da 36mila a 100mila clienti in poco più di un mese

 

Fondata nel 2021, la nuova avventura imprenditoriale di Damián Ariel Scavo, StreetBeat, startup con base a Palo Alto, è già una case history. La piattaforma di investimento e trading online è passata da 36mila a 100mila clienti in poco più di mese, con una crescita esponenziale in Europa. «La verità? Pensavamo di arrivare a 1.000 clienti, invece in tanti ci hanno dato fiducia».

«Se il mercato crypto è andato giù, chi ha investito con noi ha guadagnato» spiega il founder «è perché il nostro modello si basa, tecnicamente, su dati, algoritmi e un’attenta due diligence su progetti crypto. Questi numeri sono reali, rappresentano certezze. Analizziamo per esempio le transazioni effettuate con le carte di credito, raccogliamo dati tramite il Gps e il traffico pedonale, tutto in forma anonima».

 

Damián Ariel Scavo

 

StreetBeat ha attirato molti investitori

Tale ipercrescita ha attirato, di conseguenza, l’attenzione di diversi investitori. Dalla sua villa nel cuore della Silicon Valley, tra jacuzzi, stanze con bagno privato e un ampio giardino, StreetBeat sembra aver trovato la chiave di volta, nonostante la recessione incomba anche negli Usa. In realtà, “il momento migliore per investire è in tempo di crisi”. Scavo lo sa bene e la sua storia è straordinaria.

Nato in povertà in Argentina, si è fatto strada da solo: «Ho perso il padre da piccolo, ma non ho mai recriminato o dato colpe ad altri. Più ci prendiamo responsabilità dei nostri successi e fallimenti, più diamo poteri a noi stessi per migliorarci. Alla fine, dipende solo da te». Dopo aver girato il mondo arriva in Silicon Valley a 33 anni e fa una exit con Axwave, una software company, rifiutando prima un’offerta da Jeff Bezos (Millionaire ne aveva parlato a ottobre 2019). «La cosa curiosa è che ho cercato di contattarlo prima io, ma non avevo il contatto, quindi ho scritto su un foglio tutte le possibili combinazioni di nomi e cognomi, mandando poi 400 potenziali email».

«Nel giro di poche ore l’ufficio del fondatore di Amazon ha organizzato una riunione. Poi ho declinato la sua proposta, ma questo dimostra che bisogna essere creativi e al tempo stesso avere qualcosa da offrire. Qui gli imprenditori sono sempre felici di aiutare, nel mondo delle startup è importante che tutte portino a casa risultati. Il sistema cresce solo se si vince insieme».

 

Come diventare imprenditori

Per diventare imprenditori, invece: «Prima si parte meglio è. L’età giusta è tra i 25 e i 26 anni. La Silicon Valley è ancora il posto giusto per fare impresa più velocemente, ma trasferirsi qui è impegnativo. Facciamo un passo indietro, ci tengo: consiglio di imparare bene l’inglese alle scuole superiori, perché è il momento migliore per assimilarlo. Poi sarebbe opportuno trascorrere almeno 6 mesi in un Paese anglofono. E dopo la laurea, fare un’esperienza lavorativa fuori o trovare un lavoro a San Francisco, Los Angeles o New York.

I migliori poli di innovazione. Solo in seguito, percorrere il cammino imprenditoriale». Scavo suggerisce anche questo a chi vorrebbe fare un’esperienza in Silicon Valley: «Bisogna essere coraggiosi e avere pronta la risposta alla domanda: “Cosa posso fare per te?”. Qui nascono 2.000 startup all’anno, il 90% non sopravvive. Per questo dico sempre: non riuscire non è problema, il problema è non provarci o smettere di provarci dopo che si fallisce la prima volta».

 

 

I rimedi contro l‘hating

Il suo orizzonte è ancora più ampio: «Vorrei aiutare a combattere la disinformazione. Molti dei problemi che stiamo avendo a livello sociale, mi riferisco soprattutto a una polarizzazione di cui siamo testimoni soprattutto nell’America di questi tempi, sono legati a un utilizzo dell’informazione discutibile da parte di organizzazioni internazionali che pensano solo al proprio beneficio. Sui social network vengono creati contenuti divisivi che incitano, spesso, all’odio. Ma ci sono software che possono intercettare tutto questo e sosterrò profondamente le tecnologie volte a proteggere siti e App dagli attacchi informatici a fini di lucro».

Nel suo futuro ci sarà sempre più tempo per tornare in Italia, ma per adesso la spola con la Silicon Valley, dove è di casa ormai da più di 10 anni e tiene una marea impressionante di contatti personali, non pesa. Intanto, nel suo team di 35 dipendenti lavorano giovani da ogni parte del mondo, soprattutto ucraini, polacchi e italiani.

 

Matteo Todeschi

 

Tra questi Matteo Todeschi, arrivato a San Francisco con la borsa Fulbright BEST e fondatore di Investimi.com, un blog di finanza personale e investimenti che in poco più di un anno è stato visitato da più di 150mila persone. Anche la sua storia è interessante: ingegnere, ex vicecampione italiano di windsurf, ha vissuto in tre continenti e reso la sua passione per la matematica, il risparmio e gli investimenti una piattaforma di educazione finanziaria.

 

Da Millionaire settembre 2022

 

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